Una bimba fragile è stata riportata a casa dalla sua mamma, la donna è tornata alla Kay Pè Giuss di suor Marcella per riprenderla; un altro ragazzino, con altre fragilità, è arrivato e l'accoglienza esplode come una festa.
Storia di vita quotidiana ad Haiti, dove i bambini con disabilità spesso vengono affidati alla missionaria bustocca dalle famiglie perché non possono prendersene cura. Almeno sono in mani sicure, si dicono, sfamati e curati. Talvolta, ciò succede temporaneamente, come nel caso di Chedlene, lasciata alla Kay a pochi mesi di vita, in pesanti condizioni di denutrizione.
Ma la porta non fa in tempo a chiudersi che si affaccia il volto di Judson, sette anni e mezzo, ipovedente e muto. C'è da farlo sentire a casa e subito si scatena una festa, canti, danze, applausi in cui viene coinvolto: grandi e piccini si avvicinano, lo sfiorano, lo incitano a sentirsi parte della famiglia.
Parla il sorriso di Judson, le mani che si muovono, la timidezza che si scioglie. Parla la gioia di questi bambini e degli educatori, che non si preoccupano di spazi o risorse, perché lui rappresenta la risorsa: è un nuovo amico. Ad accogliere - gridano anche con i loro gesti i bambini del Paese più povero del mondo - è una festa.
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