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Attualità | 22 febbraio 2022, 15:03

Violò il lockdown per andare a far sesso con un’amica: risarcito dal poliziotto che diffuse i suoi dati in un video

Il filmato immortalò un piemontese di Alba, spostatosi per... piacere a Torino, e divenne presto virale. Rimessa la querela nei confronti dell’agente. Trattative in corso con la Questura torinese per il ristoro dei danni in sede civile da parte degli altri due componenti la pattuglia

Nel filmato diffuso in rete l'inquadratura del verbale coi dati del 45enne albese

Nel filmato diffuso in rete l'inquadratura del verbale coi dati del 45enne albese

"Vado a consumare un rapporto sessuale a casa di un'amica". Forse troppo sincera e diretta, la giustificazione che un 45enne di Alba fornì alla pattuglia della Polizia di Stato che lo colse fuori casa nel pieno del primo lockdown (erano le ore 9.10 di domenica 12 aprile 2020), in largo Stura Lazio a Torino invece che al suo domicilio nella capitale delle Langhe, si era trasformata in una notizia finita sulle prime pagine dei giornali di mezza Italia, salita agli onori delle cronache insieme al video che uno dei tre poliziotti aveva girato col proprio smartphone ("Una escort gli sarebbe costata meno", scherzavano nella ripresa, poi immessa in rete e divenuta virale), con tanto di inquadratura sui dati personali del verbale da 533 euro comminato all’uomo per essere uscito di casa senza che ricorressero le "indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza" richieste dal ben noto Dpcm dell’era Conte.

Uno sconfinamento nella sua privacy, quello commesso dai pubblici ufficiali nei suoi confronti, rispetto al quale l’albese non era però rimasto a guardare. Assistito dall’avvocato albese Paola Coppa l’uomo aveva infatti querelato i tre ufficiali del Commissariato torinese di Barriera di Milano, chiamandoli a rispondere di una serie di reati che andavano dalla diffamazione all’abuso d’ufficio, passando per la rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e la per la divulgazione di atti sensibili.

Mentre il Tar di Torino ha intanto respinto il ricorso che uno dei tre poliziotti aveva presentato contro la sanzione disciplinare (fu sospeso dal servizio per un mese) disposta nei suoi confronti a seguito del fatto, ci si chiede quali strada abbia preso il procedimento penale intanto avviato presso il Tribunale del capoluogo regionale.

A spiegarlo al nostro giornale è lo stesso avvocato Coppa"La Procura della Repubblica di Torino aveva recepito la nostra denuncia decidendo però di procedere nei confronti di uno soltanto dei tre agenti componenti la pattuglia, quello che materialmente aveva girato e diffuso il video. In seguito al primo interrogatorio con lui abbiamo raggiunto un accordo per un risarcimento del danno causato al mio cliente, accordo in seguito alla quale il mio cliente ha rimesso la querela".

E’ invece ancora aperta la posizione per la richiesta di risarcimento che lo stesso legale ha avanzato in sede civile anche nei confronti degli altri due poliziotti"Siamo in corso di trattativa con la Questura di Torino, che si è detta disponibile a valutare la possibilità di evitare il contenzioso tramite un risarcimento del danno per il pagamento del quale la stessa ha già ottenuto il benestare della Corte dei Conti", conferma ancora l’avvocato Coppa.

Ezio Massucco da Lavocedialba.it

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