Hanno lasciato allevamenti e campagne per radunarsi in piazza Libertà sotto lo slogan “siamo all’ultima goccia” e “mangiamo le mucche non gli allevatori”. Gli allevatori e gli agricoltori della provincia di Varese sono scesi in piazza questa mattina per «salvare l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro e il territorio e per gridare la nostra intenzione di non volerci fermare nonostante siamo sempre più strozzati dalle speculazioni e dai rincari produttivi».
Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto. Una situazione insostenibile con le aziende che sono messe in crisi anche dalle speculazioni.
Tantissime le bandiere gialle di Coldiretti, presente con il suo presidente, Fernando Fiori. «Le nostre aziende, dopo due anni di pandemia, versano in gravi difficoltà economiche - spiega - Non sono attività che si possono aprire e chiudere come se la loro vitalità dipendesse dalle macchine che si accendono e si spengono. Per questo chiediamo alle istituzioni di valutare queste problematiche e prendere iniziative immediate».
In piazza, a sostegno della protesta, anche l’assessore alle Attività produttive del comune di Varese, Ivana Perusin e il sindaco di Casciago Mirko Reto.