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Eventi | 16 febbraio 2022, 00:23

Lo sport, forte e fragile, tra sogni e valori: un viaggio di emozioni con il Panathlon club La Malpensa

Al primo meeting ufficiale con Giovanni Castiglioni presidente, l'intervento di Gigi Riva che toglie il fiato con le sue narrazioni. Ma anche i nuovi soci e il futuro che corre

Lo sport, forte e fragile, tra sogni e valori: un viaggio di emozioni con il Panathlon club La Malpensa

Lo sport, quel suo essere più forte di tutto, anche di quanto esso stesso si possa aspettare, e al contempo così fragile, esposto a chi crede di essere più potente, più potente di tutti. Lo sport dei sogni, delle disillusioni anche drammatiche. Lo sport di chi lo semina ogni giorno, con il fertilizzante dei suoi valori, tra i giovani.

I volti dello sport

Quanti volti ha lo sport, raccontati nei momenti clou della serata organizzata al ristorante Tiro a Volo di Fagnano Olona dal Panathlon club La Malpensa. Questo era il primo meeting con il neo presidente Giovanni Castiglioni, al suo fianco il past president Massimo Tosi perché la cultura sportiva è questa: lo sguardo a ciò che è stato fatto, con gratitudine, la voglia di proseguire con la stessa dedizione e lo sguardo sul futuro. Una tappa, quest'ultima rappresentata anche dall'ingresso dei due nuovi soci: Fabrizio Ranisi e Stefano Longo.

Era presente il governatore della Lombardia Attilio Belloli. C'era poi Laura Rogora, presidente del consiglio comunale di Busto. Tra gli ospiti che hanno ricevuto una calorosa accoglienza, i familiari di Cesare Cerana. «Ci piacerebbe tanto - ha detto Roberto Paulon - che qualcuno di voi ci fosse nei prossimi mesi». Cerana e sport sono due concetti abbracciati, l'invito è stato forte e chiaro.

Poi il benvenuto ai due neo soci. Fabrizio Ranisi, vicepresidente dell'Associazione società sportive bustesi, e Stefano Longo. Il primo per la sezione sci, e che brividi oggi pensando a Sofia Goggia, il secondo per l'atletica. 

Rombo di tuono e di penna

L'ospite speciale della serata era Gigi Riva, giornalista e scrittore, vincitore del premio selezione Bancarella 2021, con "Non dire addio ai sogni". Un'opera che conduce dentro il miraggio dei giovani calciatori africani, la tratta di questi ragazzi mandati in Francia per diventare star del pallone, gabbati e condannati nelle banlieue e in giri angoscianti. Tutto pur di non tornare in Africa e mostrare ai genitori come ogni speranza si sia sgretolata.

Toccano, queste pagine ma anche sentir parlare Gigi. Certo, fa sorridere quando racconta l'incontro con l'omonimo Rombo di Tuono, o con Maradona che gli offre la citazione perfetta per il futuro libro. 

Ma ecco che la narrazione sportiva si addentra in altro: nel modo in cui la politica prova a usare lo sport, a partire dal calcio, spesso riuscendoci con diabolica precisione. Qui sale l'angoscia, soprattutto lo sdegno.

Eppure c'è un'altra onda indescrivibile di sensazioni che sta per afferrare gli ospiti del meeting. Perché in realtà l'ultimissimo libro di Riva è "Nembro", una Spoon River del paese dove è nato e cresciuto. Lui, inviato di guerra, ha dovuto affrontare un altro conflitto silenzioso, quello che ha visto protagonista il Covid, proprio nella sua terra.

Vite spezzate, nomi, non numeri, persone che ha incontrato, di cui conosceva il ruolo, ma non in senso distaccato, bensì incarnato nella comunità. Un libro, che sua madre ha fatto in tempo a leggere solo in bozza.

Qui l'emozione afferra Riva. Anche noi.

Marilena Lualdi

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