«Quanto tempo passerà prima che si potrà dire che è in atto un vero cambio di passo per fermare questa strage senza fine? Siamo solo al primo mese del 2022 ed è già lungo l’elenco degli infortuni sul lavoro accaduti in provincia di Varese tra questi una decina quelli più gravi, ieri due lavoratori di Cardano al Campo. Cgil, Cisl, Uil hanno da tempo intensificato il loro impegno, ma non hanno ottenuto risposte esaustive dalle istituzioni». È l'esordio della nota congiunta delle principali sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) a firma dei presidenti provinciali: Stefania Filetti, Daniele Magon e Antonio Massafra.
«Tra maggio e giugno abbiamo dato vita ad un progetto contenente idee e proposte che ha preso via via corpo incontrando le diverse realtà coinvolte su questo tema: INAIL, ITL, ATS Ufficio Scolastico Provinciale, Camera di Commercio, Univa, Confapi, Confartigianato, Cna, Upi-Claai. Da questi enti e associazioni abbiamo ricevuto diponibilità e proposte. Ciò che ci ha accomunato è la necessità di avviare un percorso condiviso che promuova sul territorio azioni concrete, necessarie per avviare il cambio culturale verso una maggiore prevenzione, indispensabile per invertire la tendenza sugli infortuni sul lavoro, la sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un’importante risorsa.
Con idee e progetti abbiamo partecipato all’incontro a fine luglio organizzato dal Prefetto. Tre le linee di intervento: comunicazione, formazione e best practices.
Purtroppo dobbiamo registrare che da quel momento non vi è stata nessun’altra convocazione. Una gravissima impasse. Dalla Prefettura ci hanno fatto sapere di essere in attesa di nuove linee-guida sulla sicurezza a livello regionale. Comprendiamo l’importanza di un collegamento alle diverse realtà esistenti, ma non ha alcun senso aver frenato e bloccato la messa in opera di un progetto condiviso e soprattutto concreto che fin dalle fasi sperimentali avrebbe potuto coinvolgere imprese e lavoratori in un percorso virtuoso di prevenzione. Gli Incidenti e i morti sul lavoro non si sono fermati, hanno continuato a mietere vittime e la sicurezza, ancora una volta, rischia di restare lettera morta».