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Legnano | 11 dicembre 2021, 07:00

Riconoscere il valore degli alberi nella nostra vita: il progetto “Forestami”

Il progetto di forestazione urbana vuole rappresentare una rivoluzione non solo ambientale ma anche culturale. A beneficio di Milano e dei Comuni dell’Alto Milanese, tra cui Legnano

Riconoscere il valore degli alberi nella nostra vita: il progetto “Forestami”

«Facciamo crescere il capitale naturale della città Metropolitana piantando 3 milioni di alberi entro il 2030!».
È il progetto di “Forestami” lanciato qualche anno fa: una rivoluzione non solo ambientale ma anche culturale che impatta su Milano e i Comuni dell’Alto Milanese (tra i quali città di Legnano) e diversi parchi regionali.

Ne parliamo con Daniela Gambino, architetto che si occupa di ricerche e progetti nell’ambito della progettazione paesaggistica e urbana, con particolare attenzione alla riqualificazione degli spazi aperti e della rigenerazione del territorio. Collabora con enti pubblici e privati e le sue esperienze e competenze intrecciano la ricerca universitaria con la pratica professionale. Attualmente, per il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, è coordinatrice della costruzione delle progettualità territoriali e del rapporto con i Comuni nell’ambito del progetto di forestazione urbana Forestami. È coautrice dei volumi Quando l’autostrada non basta (Quodlibet, 2013), La città degli orti (Quodlibet, 2020) e Periferie del cambiamento (Quodlibet, 2020).

Come nasce il progetto Forestami? È un progetto studiato per combattere l’inquinamento e la forte urbanizzazione della città metropolitana oppure ha anche l’ambizione di cambiare l’approccio culturale verso il verde?
«Il progetto Forestami nasce nel 2018 da una ricerca del Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani e poi promosso da Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano.

Forestami mira a incrementare il capitale naturale del territorio della Città metropolitana milanese individuando aree che possano ospitare nuova vegetazione, orientando e promuovendo l’intervento territoriale secondo una visione strategica, anche in relazione agli effetti del cambiamento climatico, alle aree maggiormente colpite dall’isola di calore, alle aree particolarmente esposte al rischio idrogeologico.

Per questo il centro della missione di Forestami è quello di coinvolgere tutti i cittadini, gli enti pubblici, le associazioni e le aziende private a partecipare collettivamente, con azioni che abbiano un impatto positivo sul proprio futuro e su quello delle generazioni che verranno. Un vero e proprio cambio di paradigma che vuole far riconoscere il valore degli alberi nella nostra vita, nei luoghi in cui abitiamo e lavoriamo, ricostruendo più in generale una nuova alleanza con la natura. È necessario un cambio di approccio non solo da parte dalla popolazione, ma anche da parte di chi il territorio lo progetta, l’amministra e lo gestisce».

Quali sono gli ostacoli che state incontrando in questo progetto?
«Le principali frizioni sono relative proprio alla relazione che oggi le persone hanno con la natura: spesso gli alberi sono percepiti come elementi di disturbo e di ostacolo a delle attività, e spesso la loro cura è vista come un dispendio di risorse ed energie che gli enti locali non riescono a sostenere. A riguardo Forestami svolge un’importante attività di accompagnamento verso tutti gli attori del territorio per comprendere i benefici ambientali, economici e sociali e di miglioramento della qualità della vita che la forestazione urbana offre.

Per esempio, lavoriamo con le pubbliche amministrazioni per promuovere e costruire progetti, offrendo competenze in tema di progettazione del verde e un piano manutentivo degli interventi. Inoltre, insieme ad altri esperti e istituzioni, abbiamo avviato tavoli di riflessione sul tema dell’agricoltura per immaginare nuove forme di collaborazione con il mondo agricolo e mettere al centro l’importanza della sinergia ambientale, ecologica ed ecosistemica tra l’attività produttiva e la struttura agroforestale del paesaggio.

Il problema dell’inquinamento attanaglia non solo la città metropolitana ma l’intera pianura Padana».

Pensa che il progetto si potrà estendere anche ad altri territori della Lombardia e a tutto il Nord? Sono allo studio forme di collaborazione?
«Forestami è considerata una buona pratica anche internazionalmente e rappresenta un modello che può essere replicato ovunque, non solo nel Nord Italia. Mette in funzione una forma di attivazione territoriale che però ha bisogno di essere orientata da una visione scientifica che ne definisca le strategie e supportata su più livelli istituzionali. Quando intercettiamo realtà locali ai limiti della Città Metropolitana di Milano è più evidente come sia necessario che riflessioni e azioni vadano oltre i confini amministrativi.

È per noi fondamentale immaginare che ci siano forme di collaborazione dove Forestami insieme con altri enti e partner possano lavorare in una dimensione cooperativa. A riguardo è molto importante rilevare che, ad esempio, tra i destinatari dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sia presente il progetto della rinaturalizzazione del fiume Po: un progetto dentro il quale Forestami auspica e immagina ci siano forme integrate di intervento, dove la forestazione urbana ed extraurbana possa svolgere il suo fondamentale ruolo per la pulizia dell’aria e quindi per la riduzione dell’inquinamento atmosferico».

Che legame c'è tra la rete verde che Forestami mira a definire e la rete di mobilità dolce?
«Insieme ai Comuni che desiderano aderire e collaborare con Forestami, costruiamo dei quadri progettuali territoriali condivisi alla scala locale, dove viene individuato un insieme di opportunità progettuali che potranno accogliere interventi di incremento di capitale naturale di diverse tipologie. Lo sfondo sul quale si appoggia questo insieme potenziale di sviluppo è il sistema della mobilità lenta, rappresentata da linee di connessione urbana ed extraurbana implementabili con filari e siepi. Perché gli alberi lungo i percorsi ciclabili, ciclopedonali e le strade campestri migliorano la qualità degli spazi pubblici, dei grandi spazi aperti peri-urbani e del comfort dei nostri spostamenti».

Quale strategia Forestami intende adottare per le piantumazioni nel territorio del Legnanese, ovvero queste perseguono un obiettivo particolare legato al nostro territorio?
«Un anno fa, grazie agli incontri organizzati da Forum Clima Ticino Olona, abbiamo iniziato a lavorare con il territorio del Legnanese. Dopo un percorso di confronto e condivisione, otto Comuni di questo territorio hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con Forestami: Busto Garolfo, Canegrate, Legnano, Nerviano, Parabiago, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Villa Cortese.

Diverse sono le tematiche su cui si intende lavorare e alcune rimandano alle specificità di ogni singola realtà, come le grandi aree dismesse della città di Legnano, dove Forestami si propone come soggetto interlocutore per alimentare la riflessione sulle opportunità della forestazione urbana. In generale, nel tessuto urbano è importante ripensare le superfici a parcheggio, spesso sottoutilizzate, con nuovi alberi e progetti di de-pavimentazione che liberino suolo.

Alla scala territoriale più ampia, un focus fondamentale di lavoro è l’asta dell’Olona. In particolare, attraverso l’interazione con il Parco dei Mulini, abbiamo delineato un possibile sistema di interventi che mirano al miglioramento e all’implementazione della qualità del sistema ambientale ed ecologico del fiume, intercettando le grandi opportunità di trasformazione, gli spazi verdi e a parco esistenti e che possano anche influire positivamente sul contenimento delle esondazioni. Inoltre, all’interno del Parco dell’Alto Milanese e del Parco del Roccolo è emersa la necessità di occuparsi insieme della valorizzazione del contesto agricolo, coinvolgendo i soggetti privati proprietari delle aree in azioni di forestazione urbana.

Con alcuni Comuni abbiamo già individuato delle aree per programmare e realizzare interventi in questa stagione agronomica: ad esempio, a Canegrate è al via la realizzazione di un sistema di piccoli e grandi boschi intorno al cimitero e all’interno di un parco urbano».

Oltre alle numerose azioni che state sviluppando sul territorio, state attivando delle politiche di educazione ai comportamenti individuali?
«Sono molte le iniziative che lavorano in questa direzione e che al momento si possono trovare raccolte in Scuola Forestami, il progetto realizzato grazie a Parco Nord Milano e promosso dal Comune di Milano, con il contributo di Axa. Un ricco palinsesto in fieri che andrà via via arricchendosi della collaborazione e delle competenze di un’articolata rete di soggetti e realtà operative nell’ambito educational.

L’obiettivo - partendo dai più piccoli delle scuole dell’infanzia - è quello di coinvolgere gli studenti fino alle secondarie di secondo grado con proposte volte a far conoscere il mondo degli alberi, trasmettendo conoscenza e consapevolezza dei benefici legati alla forestazione urbana, condividendo riflessioni e pensieri, e sostenendo le buone pratiche e la partecipazione alle piantagioni collettive. Per poter conoscere tutte le iniziative (quelle passate e quelle in programma) come La caccia al tesoro verde di Milano o le Uscite in foresta, si può consultare la sezione dedicata “La scuola” sul sito www.forestami.org».

Per il periodo natalizio avete pensato a iniziative particolari?
«In generale, tutte le iniziative di Forestami si possono seguire sui canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn) e trovare sul sito. In occasione delle festività natalizie, invitiamo a “Regalare Forestami”, ovvero a contribuire all’incremento del capitale naturale del territorio milanese.

Procedendo nella sezione dedicata, raggiungibile dall’Home Page, si riceverà via mail una Gift Card da personalizzare e da inviare al destinatario del dono. Un bel regalo green per chi ha a cuore l’ambiente, la salute e il bene del proprio territorio. Per chi ha già tutto o per chi ama incondizionatamente gli alberi. E per chi vuole cambiare il volto delle nostre città».

Raffaele Specchia

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