La tre giorni di Politics Hub si è conclusa ieri sera al teatro Sociale “Delia Cajelli” con un altro big della politica nazionale: a chiudere il giro degli interventi e degli ospiti illustri del festival organizzato dall'associazione giovanile attorno a tre grandi tematiche (istruzione, ripresa economica ed integrazione europea) è stato il leader di Azione, Carlo Calenda.
Rispetto alla questione giovanile in Italia, l'europarlamentare ha dialogato senza mezzi termini con i ragazzi che l'hanno chiamato sul palco di Busto Arsizio: «Dovete combattere e colonizzare un partito. Perché quando vi dicono che il problema di questo paese è la diminuzione dell'età pensionabile, in una condizione in cui abbiamo visto che “quota 100” non ha portato nulla, dovete alzarvi in piedi, rompere le palle e battervi. Avremmo potuto usare quell'iradiddio di soldi per tagliarvi le tasse, aiutarvi sulla formazione, fare gli Its».
Il passaggio fondamentale del discorso ai giovani arriva poco più avanti. Anche in questo caso, il leader di Azione è diretto nella forma e nella sostanza: «Intendo la politica per i giovani in questo modo, nella concretezza delle cose che vanno fatte. Non il cazzeggio ideologico di 30 anni in Italia in cui si sono fatte le manifestazioni soltanto di giovani ideologizzati contro qualcosa, senza mai combattere per avere una formazione, uno stipendio, una cultura e un futuro. Fate questo» è stata l'esortazione di Carlo Calenda alla numerosa platea del Sociale.
«La politica è rumore se non fa accadere le cose. La non decisione, i proclama e la pochissima cura all'implementazione e alla gestione, come se fossero cose di serie B, rappresentano un problema di volontà della politica dedita allo scontro destra-sinistra». O meglio: «Di non volontà di “farsi un sedere così”. Perché la scelta di aiutare i giovani, implica molte inimicizie tra i meno giovani».
Una postilla anche sul Pnrr: «Ci stanno raccontando che abbiamo vinto la lotteria di Capodanno ma non è così. Perché il livello di condizionamento di quei fondi è enorme. È talmente complicato per “come siamo fatto noi”, che rischiamo di non vedere un euro. Cosa farei domani? Una grande battaglia per poter usare il finanziamento del Pnrr per tagli fiscali mirati su transizione ecologica e digitale».