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Territorio | 06 novembre 2021, 13:09

Tanti alpini a Cassano per l’ultimo saluto a Francesco Bertolasi. «Continueremo a seguire la tua strada»

La “sua” sezione provinciale degli alpini di Varese, le penne nere di tutto il territorio e la comunità di Cassano Magnago hanno dato l’addio questa mattina a Francesco Bertolasi. Fu anche consigliere comunale, socio fondatore della società di pallamano e Cavaliere della Repubblica

Il saluto delle penne nere davanti alla chiesa di San Giulio

Il saluto delle penne nere davanti alla chiesa di San Giulio

La “sua” sezione provinciale degli alpini di Varese, le penne nere di tutto il territorio e la comunità di Cassano Magnago hanno dato l’addio questa mattina a Francesco Bertolasi.
Classe 1933, ha dedicato gran parte della sua vita proprio agli alpini, presiedendo per 21 anni la sezione di Varese, di cui è rimasto e sarà per sempre un riferimento.
Ma Bertolasi è stato anche consigliere comunale, socio fondatore della società di pallamano Cassano Magnago HC, presidente del locale Panathlon. Il suo impegno, come ha ricordato il sindaco Nicola Poliseno, l’ha portato a ricevere il titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi, oltre alla civica benemerenza cittadina.

«Per gli alpini, la fede non è un momento o un episodio. È uno stato, un modo di vita, è sangue non sostituibile – ha detto durante l’omelia del funerale celebrato nella chiesa di San Giulio il parroco don Andrea Ferrarotti, citando il beato don Carlo Gnocchi, cappellano degli alpini –. E la vita di Francesco è stata animata dalla grazia, dal dono della fede».
«In un mondo come il nostro – ha aggiunto, usando sempre le parole di don Gnocchi – è necessario mettere l’olio dell’amore negli ingranaggi dei rapporti sociali. Francesco lo ha fatto, in tante associazioni, gruppi, appartenenze, a partire dalla famiglia. Non interpretando la vita in modo egoistico, ma aprendosi agli altri».

Dopo la preghiera dell’alpino, Massimo Bignardi, vice-capogruppo delle penne nere di Cassano, rivolgendosi direttamente a Bertolasi ha detto che «servirebbero delle ore per raccontare quello che hai fatto come grande uomo e grande alpino», ricordando «momenti indimenticabili e indelebili: ci avevi nel cuore. Ora, nel Paradiso di Cantore, stai già passeggiando con gli amici e sorridendo esclamerai le tue mitiche parole: “Oh Signur!”».

«In questi giorni – ha osservato Franco Montalto, presidente della sezione provinciale di Varese – abbiamo detto che il nostro presidente onorario è andato avanti. Ma Francesco è stato molto di più. Con lui abbiamo condiviso giorni e giorni, ha dato moltissimo agli alpini del nostro territorio, guidando la sezione con sensibilità e autorità indiscusse. Ne ricordo la concretezza, dedizione, disponibilità e capacità di ascoltare. Non si è mai risparmiato in fatto di tempo e chilometri. Anche negli ultimi anni, nei momenti di difficoltà ci ha sempre donato la sua presenza e fino all’ultimo ha dato un contributo alla sua sezione. Sappiamo che non sarebbe contento di sentire troppi complimenti, per questo diciamo soltanto: “Arrivederci, presidente. Ciò che hai compiuto rimane e noi ci impegniamo a non dimenticarti mai».

Il presidente nazionale Sebastiano Favero non ha potuto essere presente al funerale, ma ha inviato un messaggio in cui si dice onorato «di aver condiviso buona parte del percorso con alpini come Francesco Bertolasi, a cui eravamo legati da un sincero rapporto fatto di considerazione, rispetto e fratellanza».
I due erano anche uniti da un ricordo personale, relativo «all’ultimo turno della costruzione dell’asilo Sorriso di Rossosch in Russia, concluso con la sua inaugurazione e consegna».
«Ti saluto oggi, Francesco – ha concluso –. Sei andato avanti tracciando una strada che continueremo a seguire, mirando ad avere come ricompensa la consapevolezza di aver speso bene il nostro tempo».

La figlia ha ringraziato a nome della famiglia «tutti coloro che hanno accompagnato papà e ne hanno condiviso la passione, lo spirito di servizio e lo sguardo benevolmente rivolto ai bisogni del prossimo».
Rivelando che anche in occasione dei festeggiamenti dei suoi 80 anni non aveva rinunciato a partecipare a un’iniziativa degli alpini. «La sua presenza rimarrà – ha aggiunto – grazie alla testimonianza di affetto che ciascuno di voi ci ha voluto dare».

Riccardo Canetta

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