La Spagna e il mondo guardano con il fiato sospeso a ciò che sta accadendo a La Palma, una delle sette isole delle Canarie dove l'eruzione del vulcano Cumbre Vieja - l'ottava dal XV secolo, l'ultima si verificò 50 anni fa - ha già provocato l'evacuazione di 6 mila persone, le ultime 700 dalla località di Tacande, nel municipio di El Paso, tra la sera di ieri e questa notte per l'apertura alle 22.15 di una nuova "bocca" da cui fuoriesce la lava a cui è seguito un terremoto di magnitudo 3,6 a 3 chilometri di profondità.
In Italia lo spazio sui media è finora minimo rispetto a ciò che sta accadendo, eppure l'evento di portata storica desta preoccupazione per ciò che accadrà quando la colata lavica, che avanza di 300 metri all'ora, raggiungerà l'oceano alla temperatura di 1.110 gradi centigradi (viene esclusa dagli esperti, però, la possibilità che si possano sprigionare gas nocivi o altri eventi cataclismatici) e ha già portato via tutto a molti canari in un'isola che vive di turismo con 6 mila persone evacuate su 85 mila, tanta è la popolazione di La Palma.
Parecchi cittadini hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni senza poter portare con sé nulla e ora sono rifugiati in campi sportivi o altre strutture messe a disposizioni dal governo delle Canarie e da quello centrale che hanno garantito aiuti immediati.
Dal secondo battaglione dell'unità militare di emergenza di Siviglia entro domani saranno stati dislocati a La Palma 180 uomini e 57 automezzi mentre a seguito dell'eruzione sono state emesse finora 20 mila tonnellate di diossido di zolfo.