Con la Santa messa svoltasi al cimitero olgiatese in memoria di tutti i defunti, in particolare di coloro che ci hanno lasciato a causa del Covid, si è conclusa la festa della Pastorale di San Gregorio Magno, che ha visto la comunità civile e religiosa olgiatese riunirsi per celebrare questa importante ricorrenza.
La festa è stata aperta dal sedicesimo concerto organistico della Valle Olona, organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale, durante il quale il maestro Sergio Paolini ha suonato l’antico organo a canne del XIX secolo restaurato nel 2001 collocato nella balconata maggiore della chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo.
All’apertura delle giornate dedicate alla comunità olgiatese, come del resto a tutti gli appuntamenti previsti, non ha voluto mancare l’amministrazione comunale, che è stata in prima fila anche durante la celebrazione della Santa messa che si è svolta all’interno del palazzetto dell’oratorio San Giovanni Bosco al Gerbone.
«Domenica abbiamo volutamente scelto di sospendere le celebrazioni abituali e fare un’unica funzione alla mattina – spiega il parroco, don Giulio Bernardoni – poiché abbiamo voluto creare un’occasione per riunire tutti insieme coloro che abitualmente frequentano parrocchie diverse, rinnovando in questo modo il senso di unità e coesione dell’intera comunità pastorale».
La Santa messa solenne, presieduta da don Fabio Pirola e concelebrata da tutti i sacerdoti della comunità pastorale, è stata anche l’occasione per ricordare il 53° anniversario della consacrazione della chiesa di San Giovanni Bosco e il 23° anniversario della sua intitolazione a parrocchia.
Un momento di festa che ha riunito intorno all’altare tutta la comunità, le corali e i chierichetti delle tre parrocchie che compongono la comunità pastorale, e durante il quale sono state consacrate le nuove sedie che prenderanno posto in chiesa.
Un richiamo al significato profondo di questa celebrazione è venuto del giovane sacerdote di origine olgiatese don Fabio Pirola, che nella sua omelia ha invitato i presento a seguire l’esempio di San Gregorio Magno, unendosi come comunità nel dialogo e nella fede.
«Questo è stato il primo momento corale che abbiamo organizzato dall’inizio dell’emergenza sanitaria – sottolinea don Giovanni Calastri – è stato un bel modo di “ripartire”, di ricominciare a vivere appieno il vero spirito di comunità che caratterizza il nostro paese».