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Varese | 13 settembre 2021, 13:50

Letteratura e arte si fondono al Cairoli e nasce “Cover e figure retoriche”

Un’opera d’arte che reinterpreta “Le muse inquietanti” di de Chirico assemblando elementi diversi e associandoli ad una diversa figura retorica, con lo scopo di trasformare forme letterarie in forme visive

Letteratura e arte si fondono al Cairoli e nasce “Cover e figure retoriche”

Si intitola “Cover e figure retorichel’opera d’arte inaugurata questa mattina al Liceo Classico Cairoli, alla presenza del dirigente scolastico territoriale Giuseppe Carcano, e realizzata dai ragazzi del laboratorio di storia dell’arte del professor Alessandro Boscarini nell’ambito del Piano Estate.

Si tratta di una rivisitazione de “Le muse inquietanti” di Giorgio de Chirico, opera iconica della metafisica che già nasce come un assemblaggio di elementi diversi, e che i ragazzi hanno ingrandito e tagliato in sei pezzi. Nove studenti hanno quindi scelto una figura retorica da associare a ciascun frammento con lo scopo di trasformare formule letterarie in forme visive. «La progettazione digitale che ha studiato la suddivisione delle parti, fa da modello: sei frammenti monocromatici cui dare consistenza pittorica materiale e da pensare come cellule autosufficienti un unico corpo», spiega il professor Alessandro Boscarini.

Ed ecco così che l’Ipèrbolato di Sofia e Suraia diventa l’interposizione di cannucce policrome, il collage di manga e sali azzurri, e nall parte bassa del frammento lo spray segna la sovrapposizione tra materiali inconsueti, il foglio di gomma morbido e la pittura manuale.

La Sineddoche in cui Emma e Alessandro hanno mescolato la colla vinilica con l'acrilico per rendere le campiture magre e trasparenti lasciando a vista la gestualità delle pennellate. Al contrario il contenitore è esasperato: le linee di contorno spesse e vivaci sono ottenute tamponando con pezzi di carta carichi di colore lo spazio tra maschere di nastro adesivo.

Per l’Anàstrofe, Elena e Rebecca hanno proposto una variazione e inversione del colore: un processo elaborato con il digitale messo in pratica con la pittura ad olio, il medium artistico tradizionale per eccellenza. Il colore caldo diventa freddo, gli scuri diventano chiari e le luci ombre.

Per il Polisendeto, Sveva e Alessandro hanno utilizzato tappi, pennelli, gomme, code di matita e pezzi di carta, stampi di diverso tipo e dimensioni, usati come timbri. Una mappa di punti colorati che l'occhio ricostruisce in torri, masti e mura del Castello Estense di Ferrara.

Nella Sinestesia di Irene e Zoe, la struttura architettonica è resa aggettante con spessi strati di carta intrisa di colla che invita ad essere toccata. Mentre l’Ossimoro di Mariasole e Alessandro mostra due linguaggi artistici separati e opposti, ma non inconciliabili: su una base di acrilico vengono incollate tessere ritagliate da riviste patinate e la distanza tra loro apre uno spiraglio sullo sfondo pittorico donando un’interferenza vibrante alle campiture di toni diversi e mai piatti.

L’opera delle dimensioni 205x133 centimetri è stata appesa fuori dall’ufficio del dirigente scolastico. «Questa iniziativa rientra nel Piano Estate voluto dal ministro Bianchi – spiega Salvatore Consolo – Siamo contenti di inaugurare l’anno scolastico con questa bella opera che rappresenta la prima opera attraverso cui far sprigionare la creatività dei ragazzi. Non solo greco e latino insomma».

Valentina Fumagalli

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