Ospedale unico: Busto Arsizio accelera, Gallarate frena. «Decidere adesso è prematuro», ha ribadito in commissione il sindaco gallaratese Andrea Cassani. Il quale, senza rassicurazioni, a differenza di quanto accaduto a Palazzo Gilardoni, non ha intenzione di votare la deroga al dibattito pubblico per velocizzare i tempi.
Anche il leader leghista Matteo Salvini, durante la sua visita in città di martedì, si era espresso su questo tema invitando a ragionare con calma.
«Il progetto è auspicabile – ha affermato Cassani durante la riunione tenutasi questa sera in vista della commissione congiunta di mercoledì prossimo, con i colleghi di Busto e i vertici regionali del welfare –. Ma questa maggioranza, anzi tutta l’assemblea consiliare, vuole avere chiarezza su viabilità, sul destino del Sant’Antonio Abate, sui servizi attivi fino a quando ci sarà la nuova struttura. E ci sono altri fattori da tenere presente, a partire dalla pandemia, che ha stravolto la nostra esistenza, dal Pnrr e dalla revisione in corso della legge regionale sulla sanità, da cui arriveranno novità importanti che potrebbero modificare il progetto. Penso ad esempio alle case di comunità che potrebbero riguardare il Sant’Antonio Abate».
Per il sindaco, «decidere adesso, quando la legge 23 non è ancora stata votata dal Consiglio regionale, è decisamente avventato. Nessuno, perlomeno nella maggioranza, è contrario al nuovo ospedale né vuole svicolare dalla discussione. Chiedo un po’ di serietà, perché si sta parlando della salute dei cittadini. Gli ospedali attuali di Busto e Gallarate non sono performanti e dire “no” solo per fini elettorali può intercettare voti, ma sicuramente non fa interesse della collettività».
Cassani, però, non condivide l’accelerata delle ultime settimane che ha portato Busto a votare la deroga al dibattito pubblico: «A nostro avviso, senza rassicurazioni importanti e tangibili da parte dell’Asst e della direzione generale, non si può portare in Consiglio una votazione su questo tema».
Concetto ribadito anche dopo aver ascoltato alcuni interventi di maggioranza e opposizione: «Gallarate più di Busto ha bisogno di rassicurazioni – ha insistito il primo cittadino –. Noi oggi non votiamo la deroga al dibattito pubblico: prima di velocizzare il processo vogliamo delle certezze che devono essere formalizzate e depositate. Vogliamo dei documenti».
Il presidente del Consiglio comunale Donato Lozito ha ricordato le due mozioni presentate nei mesi scorsi (una dalla maggioranza, l’altra dalla minoranza) e approvate in assise all’unanimità che chiedevano garanzie sui servizi da mantenere in attesa del nuovo nosocomio, sul futuro della struttura e sul numero di posti letto. «Per noi non si deve correre – ha concordato Lozito –. Il Comune di Gallarate deve chiedere garanzie anche sui collegamenti per l’area dove sorgerà l’ospedale (in territorio di Busto, vicino al confine, ndr)».
«La città perde la sua prima azienda – ha affermato Rocco Longobardi di Gallarate 9.9 –. Le nostre richieste devono essere molto più forti di quelle di Busto. Come compensazione dobbiamo ottenere qualcosa di importante, che siano infrastrutture o piste ciclabili. Quello che può pretendere Gallarate non lo può pretendere Busto».
Anche per il Partito Democratico «la fretta è cattiva consigliera»: «Alla luce della riforma sanitaria e del fatto che noi consiglieri comunali siamo scaduti come yogurt – ha fatto notare il capogruppo Giovanni Pignataro – non riesco a comprendere questa accelerazione. Non mi risulta che ci sia il rischio che i fondi vadano altrove. Busto ci spiegherà come mai ha votato un atto che riduce la partecipazione».
E ancora: «Quella dei posti letto non è una questione secondaria. Noi ci siamo impegnati a non aderire a un accordo di programma che li riducesse. E il progetto che conosciamo prevede un taglio del 25 per cento. E poi, se a Busto rimarranno gli ambulatori, per Gallarate non è previsto nulla. Questo non è campanilismo: noi dobbiamo tutelare la nostra città».
La collega di partito Margherita Silvestrini si è detta stupita da una Regione «che chiede una deroga su un percorso previsto per un progetto su cui abbiamo già detto di non essere d’accordo». E, rivolgendosi a Cassani, suo avversario in vista delle elezioni, ha insistito: «Tutti vogliono il funzionamento dei reparti, ma lo dobbiamo volere già oggi. Su questo dobbiamo batterci».
«Anche i piccoli paesi difendono il loro ospedale e noi siamo una città di 52mila abitanti – ha osservato Calogero Ceraldi (Forza Italia) –. Mi chiedo come farà la vecchietta di Sumirago a raggiungere il marito a Busto».
Di «timori fondati» ha parlato anche Giuseppe De Bernardi Martignoni, capogruppo di Fratelli d’Italia, sottolineando il «decadimento qualitativo conosciuto dall’ospedale di Gallarate» e auspicando che il nuovo sindaco «senza rassicurazioni importanti, non aderisca».
Diversi i toni usati dal leghista Corrado Canziani: «Il territorio deve sfruttare questa grossa opportunità – ha affermato –. Ben venga il sacrificio della nostra struttura se, a quattro chilometri, ci sarà un ospedale d’eccellenza».
Tra meno di una settimana si torna nella sala consiliare di Gallarate. E questa volta ci saranno anche i colleghi di Busto.