Com’è andata a finire la questione della riqualificazione dell’antistadio lo sappiamo tutti: nessuna delle società che avevano proposto un progetto si è aggiudicata la gestione quindicennale dell’impianto, facendo tramontare l'ipotesi di avere una pista del ghiaccio provvisoria per le società sportive del Palaghiaccio.
Quello che però non era stato ben chiarito, nell’annunciare l’esito "nullo" della manifestazione di interesse (leggi QUI), è come si sono svolte le operazioni di gara. Secondo la cordata di imprenditori della Star Holding, la stessa società non avrebbe di fatto partecipato, perché la sua proposta era primaria e su di essa si basava tutta la manifestazione: ovvero la costruzione di una pista ghiaccio di 40x20 metri entro un termine fissato dal Comune, pena l’annullamento del contratto, e la successiva costruzione dei campi da paddle. «Un progetto su cui abbiamo lavorato mesi, in sinergia con i tecnici del Comune – spiega Carlo Ringoli - Era stato tutto calcolato nei minimi dettagli: i costi, i tecnici che sarebbero intervenuti e le tempistiche per la realizzazione di una pista entro il 1° novembre, cosa fattibile solo avendo la concessione firmata dal comune entro il 20 di giugno».
La proposta del Città di Varese ha però cambiato tutti i piani. «Loro sì che hanno partecipato alla manifestazione e a loro è stata chiesta una fideiussione ma a noi no, anche perché avevamo già dato tutte le garanzie del caso e comunque non avremmo avuto alcuna difficoltà a procurarcela, perché siamo un gruppo solido». Secondo la ricostruzione della Star Holding, dunque, non sarebbe corretto dire, ricostruendo tutta la vicenda, che "le società non hanno fornito la documentazione richiesta". (Leggi QUI la replica del Città di Varese).
Secondo Ringoli, inoltre, il Comune ometterebbe «di dire di non aver tutelato un imprenditore e un progetto seri, da proposte turbative che poi si sono rivelate infattibili. Stiamo quindi valutando se ci siano gli estremi per un ricorso. Abbiamo sostenuto dei costi per questo progetto (circa 20 mila euro) e se non si è concretizzato non è certo una nostra responsabilità. Adesso i tempi tecnici per posare la pista non ci sono più, si è andati troppo oltre e la città deve sapere che noi siamo un gruppo serio».
Talmente serio, aggiunge ancora Ringoli, che la Star Holding a Varese «ha già in programma un altro investimento in campi da paddle». Sulla base degli studi della società, «che ha un’esperienza rodata bel settore», per soddisfare il bisogno di gioco del nuovo sport, adatto anche ai bambini, «ci vorrebbero venti campi». Considerando dunque quelli che sorgeranno al nuovo Palaghiaccio, quelli in programma a Lissago e quelli all’interno del Calimera, ci sarebbe ancora margine per insediarne altri, permettendo dunque di lavorare a tutti.