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Busto Arsizio | 28 giugno 2021, 07:00

La tristezza e la rabbia del canile di Busto: «Troppe bestiole di nessuno, ben curate eppure senza chip»

La morte due cani nel giro di poche ore e il dolore dell'Apar di fronte a una situazione difficile: «Tutte le volte che diamo la notizia che abbiamo fatto adottare un cane oppure che è morto qualcuno, come minimo ne entrano subito altri due o tre, uno dietro l'altro»

La tristezza e la rabbia del canile di Busto: «Troppe bestiole di nessuno, ben curate eppure senza chip»

Arrivano al canile apparentemente curati, ben nutriti. Ma senza chip. Poi accade come con Seth, pitbull di un paio d'anni, che sembrava stare bene, correva, e di colpo comincia a manifestare disturbi. 

Di qui il test con le veterinarie e la diagnosi è stata positività alla leshmaniosi, una forma potente, e il povero cagnolone non ce la fa. Proprio com'era successo il giorno prima a Serafina. Era stato fatto accalappiare qui a Busto Arsizio - racconta l'Apar - «poiché come al solito sprovvisto di microchip».

Quanto accaduto - racconta ancora il canile - «ci ha scioccato parecchio: abbiamo appena visto due cani morire a distanza di pochissimi giorni l'uno dall'altro a causa della stessa identica malattia e, soprattutto, solamente quest'anno (perché se dovessimo tirare fuori tutti gli anni precedenti vi assicuriamo che l'elenco sarebbe ben più lungo) è già il quarto cane di fila che ci entra in struttura ammalato di leishmaniosi». Con un dubbio: «Possibile che a Busto Arsizio ci siano vaganti sul territorio tutti questi animali, tutti sprovvisti di microchip, per di più tutti che entrano ben nutriti e apparentemente in buono stato (quindi curati da qualcuno) e poi si scopre che invece sono ammalati di leishmania (malattia che si prende tramite la puntura del pappataceo, insetto che qui nella nostra zona non esiste)?».

Sono domande senza risposte, ma che lasciano tanta rabbia: «Alla fine quelli che devono sempre avere a che fare con gli animali che stanno male siamo sempre noi, siamo sempre noi che vediamo le loro sofferenze quotidiane, la loro frustrazione ed il loro malessere a ritrovarsi in un posto del genere e non ne possiamo davvero più».

Anche perché intanto la situazione si aggrava: «Tutte le volte che diamo la notizia che abbiamo fatto adottare un cane oppure che è morto qualcuno, come minimo ne entrano subito altri due o tre, uno dietro l'altro; non facciamo in tempo a tirare un sospiro di sollievo, che subito si torna in una situazione di emergenza... è allucinante! Ora dal canile sanitario ci hanno comunicato che dovranno entrare altri due cani, tra cui uno messo male a livello di salute... e quest'anno è già il sesto cane che ci fate accalappiare in pessime condizioni: ne abbiamo appena visti morire due di fila a causa di una malattia contro la quale i farmaci non hanno funzionato e non abbiamo potuto fare nulla per loro, non vi immaginate assolutamente la sofferenza che stiamo provando in questo momento».

Una situazione che il canile definisce una vergogna e un'ingiustizia. Con tutta la preoccupazione per questo periodo: anche con tutte le cure e l'amore che vengono dati, lo stress e l'afa non possono che gravare nei box. 

Di qui la stanchezza espressa di fronte a questi accalappi che lasciano l'amaro in bocca e troppi dubbi.  

Con un saluto finale al cagnolone: «Ciao Seth, sei stato un cane meraviglioso, ci abbiamo provato e ci dispiace moltissimo, sei stato un'altra vittima e non meritavi affatto una fine del genere anche tu».

Redazione

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