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Varese | 26 giugno 2021, 10:30

Paddle a Lissago, Zanzi: «Come Varese 2.0 chiederemo chiarimenti sul progetto»

L’ex vicesindaco ha fatto un sopralluogo per ascoltare i residenti: «Ne condividiamo le perplessità. L’oratorio è socialità e Lissago è un rione rurale da preservare»

Paddle a Lissago, Zanzi: «Come Varese 2.0 chiederemo chiarimenti sul progetto»

Il progetto di costruire un impianto sportivo multidisciplinare a Lissago è in fase di analisi da parte degli uffici del Comune di Varese (leggi QUI), ma una parte del progetto potrà già partire, con la prima costruzione di tre campi da paddle. Sarà la Varese Sport Academy, società di cui fa parte anche Luis Scola, a costruirli, nei terreni dell’oratorio utilizzati per le feste rionali e dai ragazzi del quartiere.

La notizia circola da diverse settimane e i residenti hanno iniziato a preoccuparsi per le ricadute che un centro sportivo di quella portata avrà sulla castellanza che, come fa notare Daniele Zanzi, «non è un rione come gli altri. Non è una zona residenziale di passaggio, con servizi. Anzi, come Velate e Bregazzana è un rione che conserva la sua caratteristiche di ruralità, di paesaggio bucolico e di tranquillità. Da Lissago non ci passi, ci devi proprio andare».

L’ex vice sindaco ha incontrato ieri i residenti e ha fatto un sopralluogo nell’area in cui l’impianto dovrebbe sorgere. «So che il piano di governo del territorio prevede che quest’area abbia una destinazione sportiva di base e quindi nulla osta, secondo qualcuno, a far rientrare in questa categoria anche il paddle». Anche perché l’attuale campo da calcio «è un bel tappeto erboso permeabile all’acqua e il paddel ha bisogno di superficie battete. Si andrà quindi a cementificare o quanto meno a diminuire la permeabilità di un terreno naturale. Inutile fare poi fare le vasche di raccolta acqua a lato: mi chiedo perché bisogna fare queste opere di compensazione quando sarebbe più semplice potenziare l’originaria destinazione di questi posti?».

E qui si torna alla questione del piano di governo del territorio. «Era uno degli obiettivi di mandato revisionarlo, ma non è mia stato fatto nonostante le insistenze di Varese 2.0. Di fatto si sta operando con il pgt messo in piedi dall’opposizione e sempre criticato. Non basta trincerarsi dietro a questo però e alla presunta regolarità dell’intervento. Ci sono degli aspetti anche ambientali importantissimi da tutelare e che un urbanista dovrebbe avere ben chiari nella testa, altrimenti si diventa meri attuatori di regole».

E poi c’è la questione sociale, non secondaria a nessuna delle precedenti. «Con la cessione di questi terreni la chiesa viene meno alla sua funzione di socialità, in cambio di una dismissione di responsabilità – conclude – Il pallone è importante per tante persone e e viene snaturato per creare un club esclusivo. Mi piacerebbe sapere se i nostri amministratori conoscevano il paddle prima che qualche investitore entrasse nel loro ufficio per proporgli di costruire i campi».

Varese 2.0 annuncia quindi battaglia su questo progetto. «Ci sono troppe ombre e condividiamo le perplessità dei residenti che temo di veder snaturato il loro rione, con il traffico in aumento e perdendo un importante luogo di aggregazione».

Valentina Fumagalli

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