Le giornate no capitano anche ai migliori. Lo sa bene Egan Bernal, maglia rosa del Giro d'Italia, che nel corso della 17esima tappa, la Canazei-Sega di Ala, vede le streghe sulle rampe della salita finale. Soffre il colombiano, mostrando il fianco per la prima volta in un Giro fin qui vissuto da dominatore, al suo fianco però c'è il compagno di squadra Martinez in versione angelo custode: sarà decisivo per limitare i danni di una giornata che poteva essere ancor più negativa.
Sul traguardo per primo transita Daniel Martin che, reduce dall'attacco con 19 corridori, ha poi staccato tutti gli altri fuggitivi non appena iniziata la scalata di Sega di Ala. Il tutto respingendo le schermaglie di Joao Almeida e Simon Yates, terzo al traguardo è ora anche in classifica generale. Yates dicevamo, l'uomo che ha mandato in crisi la maglia rosa. Bernal non ce l'ha fatta a stargli dietro, oggi l'inglese ne aveva di più. E allora priorità al "catenaccio" per respingere Damiano Caruso (secondo in classifica generale, che oggi ha recuperato appena 3").
Niente da fare per Hugh Carthy e Aleksandr Vlasov, staccati dai i primi due della classe. La nuova graduatoria generale vede ora Bernal in testa con 2'21" su Caruso, 3'23" su Yates, 6'03" su Vlasov e 6'09" su Carthy. Radiocorsa racconta però anche di una caduta di gruppo dopo il Passo di San Valentino. Coinvolti, fra gli altri, Nibali (giunto alla fine in condizioni pessime, con un braccio bloccato e dolorante), Evenepoel (letteralmente volato oltre un guardrail) e Ciccone (adesso a 11'06" da Bernal).
Domani la Rovereto-Stradella, l'ultima frazione "semplice" prima delle montagne: tanta pianura, ma nel finale anche qualche strappo che potrebbe vanificare le speranze (degli sprinter) di arrivo in volata.