Cassano Magnago. La “Betlemme della Lega”, così è stata definita da molti. Ma ora Betlemme non c’è più. O perlomeno ha perso la sua capanna. E anche le figure che portavano avanti una storia di impegno e passione, tra mille difficoltà, abbandonano. Oggi, chi transita davanti alla storica sede del Carroccio in via IV Novembre, locali da cui sono passati volti storici del movimento, non trova più nulla. Gli spazi sono stati lasciati da tempo. Chi vive e lavora in zona ha notato che anche i mobili della “base” sono stati portati via, qualche settimana fa. L’edificio è, al momento, anonimo, spogliato dei simboli che ne facevano un punto di riferimento per la politica, non solo locale.
Qualcosa di simile sta succedendo anche in Consiglio comunale. Giovanni Battistella, capogruppo di quelli che si definivano i “Lumbard”, ha pronte le dimissioni. Gli altri due consiglieri leghisti dell’assemblea civica, Elisa Vaser e Antonio Diani, potrebbero imitarlo a breve. Con il risultato che la riunione del Consiglio in programma a fine maggio (all’ordine del giorno, il bilancio) potrebbe contare su una rappresentanza leghista fortemente ridimensionata. Perché se anche si troveranno, tra i non eletti dell’ultima tornata elettorale, persone disposte a entrare in Consiglio (circola almeno il nome di Luca Renna), a dimissioni confermate la Lega perderebbe un patrimonio di esperienze e competenze maturate, non solo recentemente, nelle sedi istituzionali.
Quando il candidato sindaco Battistella perse le ultime elezioni, quelle che confermarono il primo cittadino uscente, Nicola Poliseno, affermò che non avrebbe smesso di impegnarsi. La Lega aveva tentato l’alleanza con il resto del centrodestra ma non se ne fece nulla: per entrare nella coalizione poi risultata vincente, al Carroccio si chiedeva, fra l’altro, di rinunciare al proprio simbolo. Proposta reputata inaccettabile. E Battistella, sconfitto, mantenne la parola: si sedette fra i banchi dell’opposizione e andò avanti. Perché, adesso, le dimissioni? Interpellato, si mantiene sul vago. Ma è facile dedurre che qualcosa non funzioni più fra gli esponenti locali della Lega e gli organi superiori, come minimo provinciali.
Possibile, pensano in tanti, che si voglia voltare pagina. Per superare la stagione che ha visto la Lega “ballare da sola”. E dunque pensare a un riavvicinamento al resto del centrodestra. Nessuno, però, si sbottona. Non sembra che i dimissionari, veri o presunti, vogliano sbattere rumorosamente la porta, anche se le loro decisioni sono inevitabilmente destinate a fare clamore. Il sindaco Poliseno, interrogato sulle prossime elezioni, si limita a ricordare la formula che, in passato, lo ha portato alla conferma: apertura a diverse sensibilità del centrodestra. E non aggiunge altro. L’opposizione targata centrosinistra (Partito Democratico e “In movimento per Cassano”) per forza di cose osserva e tira dritto.
Si attendono sviluppi. Difficile che la Lega smobiliti da Cassano. Ma, intanto, nella città che diede i natali a Umberto Bossi, le bandiere del Carroccio non sventolano.