Il lavoro è un atto di coraggio quotidiano, personale e collettivo, ma anche l’occasione per una vera conversione ecologica, sociale e civile.
Per questa ragione, per uscirne migliori, il "Coraggio del Lavoro" è il titolo che da senso al messaggio che le Acli lanciano in vista della Festa del Lavoro del 1° maggio, San Giuseppe lavoratore. «Anche per quest'anno vivremo un Primo Maggio condizionato dalla pandemia, ma non per questo dovrà essere a "basso tono" - afferma la presidente provinciale delle Acli di Varese Carmela Tascone - è una giornata molto significativa per il mondo del lavoro, nacque nel 1889 a Parigi, fu una scelta simbolica per ricordare la grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago nel 1886, repressa nel sangue. L’obiettivo principale era quello di ridurre l’orario giornaliero (si lavoravano da 12 fino a 16 ore al giorno). Moltissime cose sono cambiate da allora, ma anche oggi il significato di questa "festa" del lavoro acquista un valore particolarmente significativo: il lavoro per tutti ed una qualità del lavoro migliore».
«La crisi generata dal Covid - continua Tascone - ha lasciato senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori, in particolare donne, e non ha certo migliorato le condizioni di lavoro di moltissimi giovani che sono "prigionieri" di un lavoro precario e con poche prospettive di uno sbocco qualificante. Sarà importante prorogare il blocco dei licenziamenti per lasciare tempo alla ripartenza di produrre frutti positivi e per evitare un «disastro» sul piano occupazionale. Come ACLI ci sentiamo impegnati a tener vivo nella società l’importanza del lavoro per tutti. Il lavoro identifica la persona in profondità, le dà dignità, le consente di guardare ad un orizzonte promettente».