Avanti su strade separate. L’incontro online organizzato ieri sera dal gruppo “Cambiamo sindaco a Busto”, che ha anche lanciato una petizione per dare vita a un fronte unico del centrosinistra (leggi qui), ha confermato che i candidati sindaco di quest’area – e le realtà che li sostengono – rimangono sulle loro posizioni.
«Non si può dialogare se gli altri vogliono avere la prima e l’ultima parola», afferma Amanda Ferrario, sostenuta da Movimento 5 Stelle, Verdi e dalla lista Con Lei.
«Non ci sono motivi concreti per procedere con un processo di carattere unitario», chiarisce Maurizio Maggioni, indicato dal Partito Democratico.
La strada verso un fronte compatto del centrosinistra – caldeggiata dai promotori del confronto – sembra definitivamente sbarrata. Le candidature in campo rimangono tre: oltre a Ferrario e Maggioni c’è Chiara Guzzo de La Sinistra Chiara, che ha deciso di non partecipare all’iniziativa di ieri sera (qui le motivazioni).
Ferrario: «Dialogo impossibile a certe condizioni»
«Se il Pd dice di volere la prima e l’ultima parola, non si può dialogare. Lo hanno detto in maniere esplicita. Inutile, a questo punto, andare avanti a parlare». Così Amanda Ferrario, secondo la quale «a livello programmatico sarebbe possibile trovare un accordo, perché ci sono diversi punti in comune. Serve però un atteggiamento diverso».
«Mi dispiace – aggiunge – per i cittadini che hanno promosso questo incontro, di cui ho compreso l’ottimo spirito. Ma a questo punto ognuno farà le proprie valutazioni. Noi andiamo avanti con il nostro progetto per una città attenta ai giovani, green e inclusiva. Se gli altri vogliono governare come hanno fatto opposizione in questi anni, facciano pure. Non perdiamo inutilmente tempo».
Impossibile, quindi, recuperare il dialogo? «Io credo molto al dialogo – spiega la candidata di Movimento 5 Stelle, Verdi e lista Con Lei –. Però servono due, tre o più persone con lo stesso spirito. Se non riusciamo a dialogare adesso, figuriamoci dopo».
Maggioni: «Due storie e due prospettive diverse»
«La posizione espressa dal nostro segretario (Paolo Pedotti, ndr) non è cambiata – precisa Maurizio Maggioni –. Mesi fa abbiamo detto di essere disponibili a discutere con tutti, mettendo però il Pd al centro della situazione, per garantire un’impostazione “larga” che andasse dalla sinistra al centro. I 5 Stelle sapevano che il Pd intendeva esprimere un proprio candidato. Se poi qualcuno rompe il tavolo e presenta una candidatura, è ovvio che noi dobbiamo avere l’ultima parola».
Più in generale, secondo Maggioni l’incontro virtuale di ieri sera ha confermato che «ci sono due candidature che fanno riferimento a due storie e due prospettive diverse. Non ci sono motivi concreti per procedere con un processo di carattere unitario. Il nostro progetto fa riferimento al Pd, al centrosinistra e alla società civile. I 5 Stelle hanno una storia e una visione politica abbastanza differente dalla nostra».
A proposito dei programmi, «su indicazioni di carattere generale possono essere compatibili. Se però entriamo nel merito di alcune questioni, come Accam o l’ospedale unico, ci sono ancora delle differenze. Anche volendo tentare una programmazione unitaria, bisogna prendere atto che qualcuno ha già fatte delle iniziative, più che legittime (partecipando ad esempio alla manifestazione No Accam, ndr). Inoltre, occorre rispettare il lavoro dei consiglieri comunali che negli anni si sono susseguiti all’opposizione. Tutto è criticabile, ma non si può pensare di annullare il loro impegno civico perché adesso c’è una proposta “né di destra né di sinistra” ma che mette sul tavolo delle posizioni di cui prendere atto».