/ Sociale

Sociale | 16 giugno 2025, 12:30

FOTO. “ColtivAbile”: a Beata Giuliana è nato l'orto che semina inclusione

Il progetto dell'Associazione Madonna Regina Aps guidata da Eloise Davanzo ha trasformato un terreno in via Corelli in un'oasi accessibile per ragazzi con disabilità, con l'obiettivo di creare benessere diffuso e (anche) future opportunità lavorative. Ieri mattina il taglio del nastro, seguita dalla benedizione di don Fabrizio Barlozzo

C’è un luogo, alle porte di Beata Giuliana, dove la disabilità non è un limite ma un’occasione. Dove le mani affondano nella terra, i sensi si risvegliano tra i profumi di erbe aromatiche e il silenzio si riempie di cura. Si chiama “ColtivAbile”, ed è il progetto dell'Associazione Madonna Regina APS che, grazie alla generosità del privato cittadino Osvaldo Delle Curti, che ha concesso lo spazio verde in comodato d'uso per tre anni, ha trasformato un terreno in via Corelli in un sogno concreto.

Ieri mattina, questo spazio ha ricevuto la sua benedizione ufficiale da don Fabrizio Barlozzo, vicepresidente dell'associazione, segnando l'inizio di un'avventura che vuole seminare inclusione e dignità. A nome dell'amministrazione comunale, ha voluto essere presente anche il consigliere Vincenzo Marra

Alla guida del progetto c'è Eloise Davanzo, presidente dell'associazione, la cui visione nasce da un'esperienza che unisce professione e vita privata. «Lavoro nella pet therapy e ho una figlia autistica - racconta Eloise - Mi sono resa conto di quanto sia importante il contatto con la natura per i ragazzi. L'idea è nata in seno all'associazione, condivisa con il direttivo e con don Fabrizio . Abbiamo cercato a lungo uno spazio e, dopo tante preghiere, è arrivata questa opportunità. Da marzo abbiamo lavorato tantissimo, mettendoci davvero il cuore».

Un orto accessibile, pensato per tutti

Tutto, nell'orto ColtivAbile, è studiato per essere davvero inclusivo. Le aiuole sono rialzate a cunette, non solo per un'irrigazione più efficiente ma anche per permettere il passaggio interno delle sedie a rotelle. Le erbe aromatiche sono posizionate ad altezza uomo, trasformando la coltivazione in un percorso sensoriale olfattivo e tattile, accessibile anche a chi ha difficoltà visive.

«Vogliamo che i ragazzi, quando entrano qui, trovino la pace, non solo il lavoro», sottolinea Eloise. Per questo sono state create aree tematiche: una zona di decompressione per i ragazzi autistici, la “zona delle fate” dove vengono lette anche fiabe inclusive. Poi c'è anche la “zona dei pirati”, un'area che invece vuole un messaggio più combattivo, che con carattere si può crescere nonostante le difficoltà. L'inclusione è totale, anche biologica: l'orto è un ecosistema vivo che accoglie pesci e api, seguendo i principi della permacultura. «L’erba che tagliamo e le foglie vengono usate per pacciamare la terra - spiega Eloise - Questo fa crescere meno erbacce e, marcendo, l'erba rilascia potassio, un nutrimento fondamentale per le piante».

L'impegno dei partecipanti è visibile ovunque: le scritte e i cartelli che decorano l'orto sono stati realizzati da Gabriele, un ragazzo che frequenta il progetto.

Una rete che cresce per seminare futuro

«Ci piace fare rete, perché solo insieme si può fare di più», afferma con convinzione Eloise. E la rete sta già crescendo. L'associazione “Cislago nel Cuore” ha donato un defibrillatore, la Croce Rossa terrà corsi di primo soccorso, e diverse cooperative e scuole, come l'Enaip e l'Istituto agrario di Villa Cortese, sono in contatto per avviare progetti di alternanza scuola-lavoro.

Attualmente, una decina di ragazzi partecipa alle attività, supportati da una quindicina di volontari. L'obiettivo, però, è molto più ambizioso. I prodotti dell'orto, coltivati senza trattamenti chimici, vengono proposti in offerta libera per sostenere il progetto. Ma il vero traguardo è quello di creare reali opportunità lavorative. «La nostra idea è di poter un giorno assumere i ragazzi - conferma Eloise - e vorremmo che le scuole venissero qui a lavorare a contatto con loro, per far capire che la disabilità non è un tabù, ma una condizione che fa parte della normalità».

ColtivAbile è la prova che un altro modo di includere è possibile. Un luogo dove la terra insegna ad avere pazienza e a prendersi cura. Un futuro più giusto, più verde, più umano, che a Busto Arsizio profuma già di basilico, fiori, terra bagnata e speranza.

Giovanni Ferrario

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore