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Economia | 05 aprile 2021, 08:20

Pasticcerie: l’artigianato resiste al Covid

A Busto Arsizio colombe pasquali e uova di cioccolato fanno bene ai palati dei golosi e ai bilanci del settore: penalizzata la caffetteria, ma i dolci della tradizione vanno a ruba

Da Bisto... una collaboratrice d'eccezione. Sotto Campi e Oscar

Da Bisto... una collaboratrice d'eccezione. Sotto Campi e Oscar

Nelle pasticcerie l'artigianato resiste al Covid. Il giudizio sul periodo pasquale da parte delle attività bustocche varia ma, da un’analisi “a campione”, è positivo.

C’è chi parla di una produzione altalenante, perché la pandemia varia le abitudini d’acquisto complicando l’organizzazione del lavoro. E chi traccia un bilancio «oltre ogni più rosea previsione». Tutti concordano sul fatto che, rispetto ad altre categorie, il settore stia soffrendo di meno.

La riscossa della Pasqua

Gianmarco Magni, titolare dell’omonima pasticceria in via Gavinana con il fratello Lele, è soddisfatto. «Fino a un paio di anni fa – evidenzia – il periodo più vicino alla Pasqua era quello in cui la nostra attività andava quasi a morire. Questa volta in pochi sono andati in ferie e, per noi, è un vantaggio. I dolci sfornati dal nostro laboratorio hanno avuto successo. Devo essere sincero: me l’aspettavo».

Certo, l’attività legata alla caffetteria è crollata, la vendita di prodotti provenienti “da fuori” ha subito un calo netto ed è addirittura capitato che non siano arrivati ordini di merce. «Ma non mi lamento – confida Magni – perfino la chiusura alle sei di sera ha qualche risvolto positivo, sulla fatica».

«Siamo rimasti senza colombe» afferma, dal Campi, Eleonora Memelli. «Gli effetti negativi della zona rossa – prosegue - si sentono eccome ma rispetto alla situazione dello scorso anno le cose sono cambiate. Non posso dire che qui non si stia lavorando». Basta passare qualche minuto nel locale di via Milano per accorgersene. Non c’è la corsa al dolce, men che meno al caffè o all’aperitivo, ma l’afflusso di clienti in cerca di un prodotto di qualità, afflusso ordinato e ben gestito, è evidente.

«A parte la vendita sul posto – la chiusura – come prevedibile abbiamo fatto notevole ricorso alle consegne. E non sono mancate le richieste di cesti regalo».

Osvaldo De Tomasi, pasticceria Oscar di via Cavallotti, conferma: «Abbiamo esaurito le colombe pasquali diversi giorni prima della Festa. Lo stesso vale per le uova di cioccolato. Anche il comparto enoteca ha funzionato bene. A soffrire, qui come altrove, è il bar. Rispetto al solito lavora più o meno al 30 per cento. Però sì, se faccio il paragone con altre categorie, siamo abbastanza fortunati».

Non solo storici

E non sono solo le realtà storiche a ottenere buoni risultati. Anche una quasi new entry fra le pasticcerie bustocche, la Bisto, in piazza San Michele da cinque anni, ne è una conferma.

Dietro al bancone si può trovare una "collaboratrice d’eccezione" (già, la Regina Elisabetta in sagoma) con una mascherina indossata non proprio a regola d’arte. E il titolare, Graziano Bistoletti.

«Quest’anno – tira le somme – abbiamo venduto 118 colombe in 24 ore, 76 uova di cioccolato in una settimana. Abbiamo esaurito entrambi i prodotti. È evidente che artigiani come noi riescono ad adattarsi più facilmente alle condizioni che cambiano». 

Con risultati significativi, fra l’altro, sul fronte dell’occupazione, alla pasticceria Bisto come altrove.  La resistenza socioeconomica al virus e il ritorno alla normalità, evidentemente, passano anche dai dolci della tradizione. 

Stefano Tosi

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