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Calcio | 17 marzo 2021, 20:14

L'OPINIONE. La sconfitta può essere buia, ma la Pro manda messaggi che brillano

La saggezza di Le Noci: «Non ci deve far dimenticare quello che abbiamo fatto e come l’abbiamo fatto». E il gesto di Javorcic che ormai va poco di moda, per prima cosa si complimenta con gli avversari

L'abbraccio dei tigrotti non può mai mancare (foto di Marco Giussani)

L'abbraccio dei tigrotti non può mai mancare (foto di Marco Giussani)

Ci sono messaggi culturali che brillano, quando si vive il buio di una sconfitta. Non vale per tutti, chiaramente, ma per chi sa guardarci dentro e scrutare anche dentro se stesso. La Pro Patria di Javorcic rientra in questa categoria, a pieno diritto, e l’ha ripetutamente dimostrato.

Oggi, ancora di più. Perdere contro il Pontedera sotto il fardello di tre reti, in casa propria (LEGGI QUI), brucia, e parecchio: nessuno lo può negare e Le Noci l’ha ribadito senza mezzi termini dopo la gara. Prendiamo proprio Beppe per il primo messaggio consegnato: «Fa male questa sconfitta, ma non ci deve far dimenticare quello che abbiamo fatto e come l’abbiamo fatto». Dentro questa frase c’è quella parola che ha un peso specifico differente: come. Non importa solo il pur ragguardevole cammino compiuto da questa Pro di giovani, giunta a quota 50 punti.

Acquista un valore ancora superiore la modalità con cui si è arrivati fin qui. Con l’umiltà dello sforzo quotidiano, con il pensare al bene di tutti, prima che al proprio, con la propensione a sacrificarsi e senza montarsi mai la testa: neanche quando si è battuta la capolista Como. Basti vedere la prudenza con cui si è subito scesi in campo contro la Pro Sesto.  Non la meritava, una sconfitta in questi termini, la Pro perché chi non ha potuto vederla, può farsi l’idea che non abbia combattuto: niente di più sbagliato. Sono mancati diversi dettagli pesanti, dall’organizzazione alla lucidità quando i gol avversari sono cresciuti, la generosità no.

Adesso c’è poco tempo per affrontare la trasferta più lunga, quella a Grosseto domenica. Eppure – considera Beppe – meglio così, ci si tuffa subito a capofitto per ridare tutto ciò che si ha.

Ma a ricordarci che la Pro di Javorcic si distingue per la sua capacità nel dire le cose giuste, anche quando non vanno di molto di moda, chiudiamo con la frase schietta e sportiva del mister: complimenti agli avversari.Anche per questo motivo sappiamo che il capitolo di oggi, per quanto faccia male, fa parte di una storia grande, perché è una storia vera.  

Marilena Lualdi


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