Via dalla solitudine, la peggior nemica delle piccole imprese. Come si può mettere in atto questa fuga buona? Con i vaccini, a disposizione anche dei lavoratori, la creazione di nuove reti tra aziende e l’impegno per un maggior coinvolgimento negli Istituti tecnici superiori.
Tre fattori di competitività per le imprese e per il territorio, ha osservato il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli in una conferenza stampa: «Oggi c’è un mondo di aziende che si sentono abbandonate e hanno perso i riferimenti. Si sono impegnate a tenere vive le comunità, dall’altra parte non si è sentita la vicinanza delle istituzioni. Ci sono stati interventi, alcuni ottimi, altri meno buoni, altri pessimi. A fronte di ciò ci siamo chiesti cosa possiamo fare».
Barriera sanitaria
Da parte di Confartigianato, ci si è sforzati di unire le aziende nel modo più efficace possibile, sviluppando il sito internet in maniera innovativa: «Dividendo la parte legata al rapporto diretto con le imprese da quella del mondo dei servizi». Così da una parte si mira a far dialogare le imprese tra di loro, alla ricerca di problemi comuni e comuni soluzioni, dall'altra il portale sui servizi.
Certo, il tema dei vaccini è pressante. Fondamentale per far ripartire il mondo imprenditoriale e il Paese, lo si avverte anche sulla scia dei ricoveri ospedalieri in provincia di Varese, la preoccupante situazione di Viggiù e l’esplosione dei contagi a Brescia.: «Non c’è più tempo per far sopravvivere, bisogna agire in velocità. Le nostre imprese sono un presidio sanitario. Se la campagna sanitaria sarà orientata anche a loro, potranno essere una barriera contro la trasmissione del virus. Sappiamo che le trasmissioni maggiori avvengono nelle famiglie e queste sono rappresentate da gente che lavora e dai bambini che vanno a scuola».
Dunque i vantaggi: minore trasmissibilità nelle famiglie e maggior vantaggio competitivo delle aziende e del Paese. «Prima ripartiamo e saremo considerati partner affidabili – ribadisce Galli – Il fatto di essere in sicurezza ci dà questo vantaggio».
Sos formazione
Intanto il presidente lancia un altro appello antisolitudine, sul fronte degli Its. «Sentiamo spesso questa lamentazione sul fatto che le aziende non trovano figure tecniche – rileva – poi si scoprono scuole che faticano a trovare aziende per accogliere i ragazzi. Ci sono imprese che lo fanno, grandi e piccole, come sempre dipende dalla sensibilità degli imprenditori».
Questo deve avvenire ancora di più in modo che «ci sia un mondo della formazione tecnica ben connessa e interdisciplinare per non disperdere le competenze».
Anche su questo fronte, nonostante tutte le incertezze – dai licenziamenti bloccati, ma chissà per quando, alla cassa integrazione dove la burocrazia ha fatto penare anche su fondi solidi come quelli degli artigiani - bisogna mandare segnali: «Io stesso avevo accolto un giovane e ora lo assumo».