Coinvolgo Giusepèn in un argomento un tantino desueto dal solito discutere del Dialetto Bustocco da strada. Qui ci mettiamo una lettura del Vangelo, su cui ho voluto compiere una riflessione, tanto per non leggere pedissequamente lo scritto dell'evangelista, senza poi metterlo in pratica. Giusepèn prende atto del mio scritto e ne approva ogni dettaglio. Sancisce il tutto con una frase che pure io, condivido: "i foci, mei di paòl" (i fatti sono migliori delle parole). Eccovi il tutto:
Gesù: "non chi dice Signore-Signore...."
....Dal Vangelo secondo
Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore
--------------------------------------------------------------------------
mi garba moltissimo, questo brano del Vangelo, scritto dall'evangelista Matteo. Lo trovo giusto, vero, commovente. Rispetta il mio modo semplice di essere cristiano. Lo scrivo subito, per un fatto originale: non necessitano alchimie giuridiche o elucubrazioni mentali, per fissare punti essenziali, per essere Credenti. Il brano è breve, ma ci possiamo costruire sopra "una vita" per il messaggio che Gesù ci offre, e per il tono con cui ci si accosta alla Fede, per meritare "il regno dei cieli". Matteo scrive una specie di trattato a cui non è possibile derogare. "Non chiunque mi dice (è Gesù che parla) Signore-Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio" - chiarissimo "il fare", l'operare, l'esercitare l'amore a ogni livello, compresa la pietà per i degenti, la misericordia per chi non crede, la gioia di portare sollievo a chi anela ad essere giusto, a chi spera, nella riflessione, a chi "si spende" senza acrimonia per i dissidenti, a favore di una causa giusta, magari scomoda, ma confacente al pensiero che si tuffa nell'azione, nei confronti di chi ne ha bisogno. Quindi, "a chi ascolta queste mie parole" (dice Gesù) "e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio" - segno le le parole soltanto, senza aver agito, non sono la maniera giusta per attuare la Fede". E' il "metterle in pratica" quelle parole, senza nascondersi dietro a immagini che raffigurano Dio, la Madonna, i Santi a cui ci si rivolge, quasi fossero simulacri o pezzi da idolatrare, non solo in Chiesa, ma addirittura in casa, dove regnano (magari) candele e ceri o lampade votive o addirittura incensi per mostrarsi, farsi vedere, diventare una fede. Tutto ciò è bramosia dei BIGOTTI che abiuro a tutto spiano, che non condanno per il fatto che sono Persone, che non stimo, per la loro induzione a mostrarsi "perfetti", mentre io, lo dico semplicemente, perfetto non lo sono. Mi garba contestare taluni insegnamenti che mi rendono succube di esempi blasfemi (specie quelli sui bimbi, dove Gesù dice "chi compie il male su ciascuno di loro, si metta una macina di mulino al collo e si getti nel mare) - mi fa rabbia chi legge questi ammonimenti e scrive "mi piace" senza nemmeno un pizzico di riflessione, poi si accetta pedissequamente che la TV reciti la condanna, ma si fa spallucce, non si pensa alla blasfemia della colpa. Certo, la "mia casa" è costruita "sulla roccia", Sono un peccatore e tento ogni giorno, con volontà, di commettere meno peccati. A volte mi riesce. A volte no. Ma metterei mai un "mi piace" a un'istigazione al suicidio o alla pietà per chi seduce un bambino o gli mostra il sesso spudoratamente, rovinandolo. I BIGOTTI hanno mai provato la disperazione, ma accettano certi esempi citati nel Vangelo, senza mai contestarli, ma soprattutto, senza mai metterli in pratica. Ed è questo che "fa strana" la loro Fede.... (o meglio), io non la capisco e non la condivido. Due volte ho provato "disperazione" nella mia vita e non ne svelo gli esempi. So che sono entrato in Chiesa e non avevo parole contro il destino. Provavo quasi-odio per i due fatti accaduti. Non ne comprendevo il motivo. Ho pianto lacrime amare. Poi ho guardato il tabernacolo, illuminato da una luce sobria, delicata, soffusa. Avrò detto dieci volte in fila ...."Dio, perchè?" e mi sono turbato. Mi sono arreso all'ineluttabilità del fato e .... di lì a poco, mi sono chetato, sino a provare serenità, anche se dentro la mia anima, c'erano residui di ribellione, con quei "perchè?" senza una risposta. Sono uscito di Chiesa, sereno....ne sono rientrato e il tabernacolo mostrava una luce diversa, maggiormente gioiosa, viva, simile a un bagliore. Ho chinato il capo è ho detto mentalmente "grazie Dio" e ho compreso che anche il dolore, aiuta a ricominciare e a onorare la vita, superando le prove che la stessa ci concede. Si, ora so che "la mia casa è costruita sulla roccia" - le intemperie che "si sono abbattute" sulla mia casa, non l'hanno distrutta. E continuo a credere in Dio, magari criticando ciò che mi risulta "stonato", scritto dagli evangelisti, con la convinzione che Dio è Amore e per testimoniarlo, devo agire per amore e mai per convenienza.
-------------------------------------------------------------------------- In molti hanno letto le mie riflessioni "da San Tommaso", ma in pochi hanno risposto con una contro-deduzione - gli altri hanno utilizzato l'indifferenza. Che non condivido. L'indifferenza è il "male peggiore" verso chiunque. E' un lasciar morire. E' ipocrisia. Come a dire: "io sono un buon cristiano, lui (rivolto a me), NO!














