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Ieri... oggi, è già domani | 04 dicembre 2025, 07:03

“ul gustu” - “il gusto”

Una chicca per Giusepén, sull’attrazione di sempre e sui modi di nominarla o considerarla...

“ul gustu” - “il gusto”

Ce l'ho io, stavolta, una "chicca" per Giusepèn. Lo stupirò. Lo so. Non ne vedo l'ora. Me l'ha riferita una gentile signora di 67 anni (il nome, suvvia, lasciamolo … nella penna) e lei, l'ha sentita da suo padre, un autentico Bustocco, vecchia maniera. Minuto, esile, elegante, ma con lo spirito attivo, sempre pronto. E dialogava con un suo "pari-grado", con pacatezza e serenità. A un certo punto, ecco emergere la frase, nel contesto di una riflessione ponderata. Dice "ul gusto, pissè forti, l'e gratò in dua cal mordi" (il gusto più forte, è grattare dove morde) - qui, non si parla di prurito o di "pruderie" (termine francese, portato qui, a Busto Arsizio, dai Liguri) che significa "eccessivo e superficiale pudore che si rivela quasi esclusivamente nelle forme esteriori della condotta morale". E' un sostantivo femminile  che sconfina nel "prudòre" che è un sostantivo maschile che significa "pizzicore, prurito". C'è sotto il cosiddetto "significato morale", dentro quella frase. A comprenderlo bene, sono gli autentici Bustocchi e non coloro che credono di conoscere ogni "etimo" che è la fonte, da cui deriva il significato di una parola.

Si diceva così, "ul gratò pissè forti", lasciando trasparire la finalità del prurito. E succedeva quando, si provavano le situazioni feroci della battaglia dei sensi. Gli ormoni, si scatenavano. Il desiderio faceva trasalire e, per i giovanotti di allora (ma anche di padri e nonni) si voleva solo, soddisfare l'amore. Ecco un'analogia: a dire "scoedi a sedi" voleva significare "soddisfare la sete", bere, mentre col "ul gustu pissè forti, l'e gratò in dua cal mordi" - si capisce benissimo cosa "mordeva" da soddisfare e qual era la ragione di quel "prurito" o di quella "pruderie" che, da una parte, manifestava il desiderio di sesso, mentre dall'altra, si rispettava il pudore che si manifestava nelle espressioni morali.

Allora, nei tempi ancestrali (così si dice, ma nessuno è capace di dimostrarlo) era sempre un uomo a cercare la donna. Prima di un "approccio carnale" c'era un viatico da onorare. Si sa, tuttavia che "a paia tacò al foegu, l'à brusa" (la paglia appresso al fuoco, brucia) e succedevano due distinte reazioni. O la donna restava incinta, ma soprattutto, non era più illibata ossia, non più vergine oppure non rimaneva incinta, ma i "cretini di allora" ne facevano scherno, crudelmente. Quello poi dell'uomo "cacciatore" e della donna "preda" è una stupidaggine che non esiste più (quantomeno tra persone intelligenti). Quando "prude" da una parte, "prude" pure dall'altra, sia maschio sia femmina è legge di natura; tuttavia, il "consenso" a volte era carpito e altre volte era letteralmente "rubato".

Tutto ciò avveniva per l'educazione sommaria ricevuta in materia sessuale, ma pure per l'asfissia con cui si tutelavano i rispettivi figli. Tutto ciò, per presentarsi sull'altare, col "prurito" addosso e la conoscenza "di ciò che succede" inadatta. - sempre per il concetto che "tutte fanno così" esistevano matrimoni infelici, preordinati, preparati, senza tenere conto del concetto prioritario che va sotto il nome di AMORE. Giusto dire che una Società libera, non dev'essere una Società liberticida o libertaria, ma con un pizzico di "educazione sessuale" si potrebbe ben capire il valore del "consenso" del mutuo aiuto e  delle conseguenze a cui si va incontro.

Buon per me che Giusepèn non è un moralista e non vuole salvaguardare quel che succede ai giorni nostri, dove non si parla di sentimento, si consumano rapporti sessuali alla …. coniglio e si arriva in breve tempo, alla noia, alla dispersione delle coppie, al sesso illegittimo e a quanto non fa bene all'AMORE. Il troppo modernismo fa peggiorare il moralismo.

La finisco qui … "in dua cal mordi" (dove morde) va razionato e tutelato. Va pure difeso, altrimenti, per istinto, si farebbe come gli animali. Che, per Legge di Natura, loro (gli animali) ubbidiscono a un preciso ordine - le Persone che dovrebbero prima ragionare, poi agire con istinto, non rispettano l'ordine del … rispetto. E, purtroppo succedono …. incomprensioni.

Gianluigi Marcora

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