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Busto Arsizio | 01 dicembre 2025, 16:00

Addio a Giuseppe Massimo “Cuve” Cuvello: il sorriso che ha acceso una comunità

Giuseppe Massimo Cuvello, anima instancabile delle Cuffie Colorate, si è spento lasciando un vuoto profondo. A ricordarlo sono familiari e volontari, che ne raccontano la gioia, l’ironia e l’energia contagiosa con il suo mitico: «Nooo pastina!». Il funerale è stato celebrato nella chiesa di San Giovanni Bosco al Gerbone, tra commozione e gratitudine

Addio a Giuseppe Massimo “Cuve” Cuvello: il sorriso che ha acceso una comunità

Sembra impossibile pensare che un’energia come la sua possa essersi spenta. La notizia della morte di Giuseppe Massimo Cuvello, nato il 22 giugno 1973, è arrivata come un colpo inatteso, di quelli che lasciano senza fiato e senza difese. Le sorelle Lina, Enza, Marisa, Patrizia e Tiziana, insieme alle loro famiglie, ne danno il triste annuncio. Ma a piangerlo, oggi, è una comunità molto più grande: quella che lo ha amato, che lo ha visto crescere e che con lui ha condiviso momenti di pura, contagiosa vitalità.

Nelle parole dell’associazione Cuffie Colorate, che per anni è stata la sua seconda casa, emerge un affetto raro, un mosaico di ricordi che restituisce meglio di qualunque definizione chi fosse davvero Giuseppe Massimo, il “Cuve”. Un ragazzo che non si limitava a vivere: riempiva gli spazi, li accendeva, li trasformava in scena. Era uno dei primi ragazzi delle Cuffie Colorate, parte di quella famiglia allargata che nasce solo quando le persone decidono di volersi bene davvero.
I volontari lo descrivono con un sorriso che affiora anche attraverso il dolore: le improvvise voglie di spaghetti o pizza, le corse dietro alle bande musicali per trovare un trombettista da dirigere, le Stramilano percorse in metropolitana, le apparizioni imprevedibili nelle commedie dell’associazione, le canzoni di Al Bano che riecheggiavano fino allo sfinimento e che avevano il potere di esasperare e intenerire allo stesso tempo.

E poi quelle imitazioni che sono entrate nella leggenda interna del gruppo. Osservatore acuto, implacabile e affettuoso, sapeva cogliere tic, debolezze e vezzi di chi gli stava vicino, trasformandoli in piccoli spettacoli notturni che regalavano risate infinite durante le vacanze dell’associazione. Era il suo modo di amare, di tenersi strette le persone: ridere insieme, ridere di se stessi, ridere per sentirsi vivi. Per questo, oggi, lo salutano con un sorriso, convinti che sia ciò che avrebbe voluto. Un sorriso, e una battuta che rimane nell’aria come un’eco: «Noooo pastina!».

Anche Flavio Fracasso, volontario delle Cuffie Colorate, conserva di lui un ricordo luminoso. Lo definisce un ragazzo solare, affettuoso, capace di riempire la giornata di chiunque gli stesse accanto. Amava nuotare e nell’acqua trovava la sua libertà più grande. Indimenticabile la gita sugli scivoli d’acqua in Piemonte, esperienza che per lui era pura gioia, un’emozione da rivivere all’infinito. Parlare di lui, oggi, significa fare i conti con un vuoto che non si lascia riempire facilmente, ma anche con un calore che non si spegnerà mai.

Il funerale è stato celebrato lunedì 1 dicembre nella chiesa di San Giovanni Bosco al Gerbone, dove amici, volontari e familiari si sono stretti in un abbraccio collettivo per dargli l’ultimo saluto. Un saluto che non è un addio, perché chi lascia tracce così profonde continua a vivere nel sorriso di chi lo ricorda.

E forse, come chiedono i volontari delle Cuffie Colorate, continuerà davvero a suonare quel campanello della sede, come faceva sempre. Perché certe presenze non se ne vanno mai del tutto. «Continui a farci ridere, Cuve. Continui a farci compagnia».

Laura Vignati

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