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Attualità | 27 novembre 2025, 15:23

Accoltellamento di corso Como: «Non sono maranza, tutti della Monza bene»

Ragazzi italiani, provenienti da famiglie benestanti, nessun precedente penale, se non cose di poco conto: il questore di Milano, Bruno Megale, ha tracciato davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza un identikit spiazzante dei cinque giovani monzesi (i due maggiorenni restano in carcere) responsabili dell’aggressione e dell’accoltellamento del 22enne studente della Bocconi in corso Como. «Sono ragazzi che non hanno dimostrato nessuna forma di pentimento né rimorso. Anzi, con certi commenti hanno esaltato l’azione»

Accoltellamento di corso Como: «Non sono maranza, tutti della Monza bene»

Parole dure, che scavano come lame nella narrazione rassicurante di una gioventù “perbene”. Il questore di Milano, Bruno Megale, ha tracciato davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza un identikit spiazzante dei cinque giovani monzesi responsabili dell’aggressione e dell’accoltellamento del 22enne studente della Bocconi in corso Como. Ragazzi italiani, provenienti da famiglie benestanti, nessun precedente penale, se non cose di poco conto. Ma, nelle parole del questore, un vuoto emotivo che fa più paura di qualsiasi curriculum criminale.

«Nessuna empatia. Nessun rimorso»
Megale non ha usato giri di parole: «Sono ragazzi che non hanno dimostrato nessuna forma di empatia, nessuna forma di pentimento né rimorso. Anzi, con certi commenti hanno esaltato l’azione». Una constatazione che pesa come un macigno e che obbliga a guardare in faccia un fenomeno ormai impossibile da derubricare a “ragazzata”. L’aggressione, avvenuta quando la vittima era già a terra e vulnerabile, è stata definita dal questore «di particolare gravità».

«Non chiamateli maranza»
Il questore ha messo in guardia da semplificazioni facili: «Erano tutti e cinque italiani, venivano da un quartiere bene di Monza… Non dobbiamo fare l’errore di pensare che siano ragazzi fragili». Un monito che apre una riflessione profonda sul disagio giovanile che attraversa anche i contesti più agiati, dove violenza e vuoto valoriale si alimentano lontano dagli occhi della cronaca quotidiana.

I due maggiorenni restano in carcere
Nel frattempo, il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per i due maggiorenni coinvolti: resteranno nel carcere di San Vittore. Una decisione che conferma la gravità del fatto e l’allarme suscitato dal comportamento del gruppo.

L’aggressione
Alle 3:00, a pochi passi da Corso Como, il gruppo avrebbe prima importunato e deriso il coetaneo. Poi, in pochi istanti, la situazione è precipitata: uno di loro avrebbe strappato dalle mani della vittima una banconota da 50 euro. Quando il 22enne ha tentato di riprenderla, il branco avrebbe reagito con una brutalità inaudita: calci e pugni fino a farlo crollare a terra, due coltellate alla schiena e al torace, colpi sferrati mentre il giovane era già riverso sull’asfalto, inerme.
Le ferite sono state devastanti: perdita massiccia di sangue, polmone perforato, arteria recisa, trauma midollare. Il ragazzo, portato al Fatebenefratelli in codice giallo, è precipitato rapidamente in condizioni gravissime. È stato sottoposto a trasfusioni, due interventi chirurgici e oggi lotta ancora con serie difficoltà motorie, con una invalidità permanente già accertata.

La vita come se nulla fosse e il commento shock su TikTok
Mentre il 22enne lottava tra la vita e la morte, i cinque presunti aggressori avrebbero proseguito la serata come se nulla fosse. Ma non solo. Esaminando i cellulari, gli investigatori hanno trovato messaggi inquietanti, in cui i ragazzi cercavano di concordare una versione comune, mostrando totale mancanza di empatia. In uno di questi, uno di loro avrebbe persino proposto di andare in ospedale a trovare la vittima “per fare una bella impressione”. Non sapendo di essere intercettati, poi, altre dichiarazioni choc: “Speriamo schiatti”, diceva uno. “Andiamo in uno Stato estero dove non c’è l’estradizione“, rispondeva un altro. “C’è un video dove si vede che lo scanniamo“: si sarebbero vantati.
C’è di più. Nei giorni successivi, uno dei ragazzi avrebbe commentato su TikTok un post dell’eurodeputata Silvia Sardone in cui si parlava di sei aggressioni avvenute in una notte: “Il 7 – ha scritto – non lo hanno ancora scoperto”.

Le misure cautelari
Il 18 novembre sono state eseguite due ordinanze di custodia cautelare: i tre minorenni, tutti 17enni, sono stati portati all’IPM Beccaria, i due maggiorenni sono stati condotti nel carcere di San Vittore. Le accuse sono pesantissime: tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata in concorso.

Valentina Vitagliano da Mbnews.it

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