Addio senatore: ci hai fatto nascere, ci hai aiutato a crescere.
«Ho un ricordo bellissimo di lui. Ha fatto nascere sia me che mio fratello e mia mamma ci ha detto che le stava vicino come un "padre", oltreché come un medico, anche se non era dovuto»: le lacrime che scendono lievi dal viso di una delle tantissime persone semplici che hanno gremito la chiesa della Brunella sono quelle che magari pochi hanno visto, eppure accompagnano - con altrettanta semplicità - l'ultimo viaggio di Antonio Tomassini, scomparso all'improvviso a 81 anni, insieme alle rose bianche, gialle e rosa e alle massime cariche del mondo politico e istituzionale, oltre quelle civili e militari, della provincia.
"Come un padre" lo hanno detto in tanti e pensato tutti oggi davanti al "senatore", dai figli Francesco e Andrea al fratello Ermanno ai nipoti e alle loro famiglie che si sono uniti ancora una volta - e lo saranno per sempre - insieme a tutta la comunità varesina.
«Mi è stato dato il dono di poterlo incontrare spesso - ha detto con parole indimenticabili don Franco Gallivanone, vicario episcopale di Varese - Antonio era grande, bello, limpido. Mi hanno colpito subito i suoi occhi che guardavano più in là, con quello sguardo sincero. E poi l'abbraccio profondo di una persona avvolgente, che sapeva vivere nell'accoglienza ogni momento e di ogni passione. Tutto con lui sembrava prezioso e mai superficiale».
«Ho percepito il dolore per la perdita della sua Marta e l'attesa di potersi ricongiungere a lei - ha proseguito don Gallivone, che ha celebrato il funerale insieme al prevosto Gabriele Gioia - Per quest'uomo buono e grande, che ha seminato nella sua passione professionale e politica qualcosa che tutti abbiamo raccolto, alla fine cosa c'è? Isaia risponde: alla fine c'è un banchetto. Alla fine ci si siede assieme accanto al Signore, che prepara un grande banchetto con tutte le cose più belle della festa. Ecco, per Antonio e la sua Marta è stata preparata una festa in cui Dio inghiottirà anche la morte».
In una chiesa dove erano presenti i tantissimi varesini che hanno raccolto, in ogni ambito della loro vita, proprio quei "talenti" disseminati da Antonio, sono riecheggiate le parole dei figli Francesco e Andrea. «Papà ha avuto una vita da romanzo con infiniti aneddoti. Ha vissuto tante vite, quelle da ragazzo come scout e poi come medico in cui la propensione ad aiutare gli altri, condivisa con nostra madre, ha trovato piena realizzazione. Uno spirito che ha portato avanti nell'attività politica e, poi, anche dopo. Per noi è stato il papà con cui ci sfidavamo per arrivare fino alla boa al mare in Toscana o sulle nevi di Valtournenche, il papà dottore reperibile ad ogni minuto del giorno e della notte, il papà appassionato di equitazione e basket, un amore coltivato dal tempo del liceo fino all'ultima partita di sabato scorso al palazzetto. Ma è stato anche il papà che ogni sera scriveva ossessivamente fino all'ultimo su post-it e foglietti infiniti nomi di persone da richiamare, persone che gli avevano chiesto un aiuto. Il papà che ha scelto di esercitare da ginecologo ostetrico e che qui a Varese, come diceva lui, ha fatto nascere 14mila bambini. Noi lo ricorderemo per la felicità con cui lo diceva ogni volta».
Non meno emozionanti le parole dei nipoti: «Hai reso il tuo Paese e tutti noi migliori - ha detto Giossi Montalbetti - per la nostra gente sei stato fratello e amico. Grazie a te, grazie a Dio l'amore ha vinto su ogni cosa ancora una volta. Per tanti varesini sei stato come un padre. Come faremo senza di te? Nessuno ha la risposta. Ci hai insegnato a essere distanti dai muri della polemica, sui ponti del dialogo. Per te il bene generato al prossimo era più importante di ogni fatica. Per Francesco e Andrea saremo sempre presenti. Grazie zio per esserci sempre stato, grazie senatore per essere un esempio per tutti noi. Ci hai fatto nascere, ci hai aiutato a crescere».
In Breve
giovedì 16 ottobre
mercoledì 15 ottobre
martedì 14 ottobre
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Busto Arsizio
Meteo e ambiente