/ Cronaca

Cronaca | 22 settembre 2025, 16:22

Busto, caos in carcere: «Armati di bastoni di ferro hanno distrutto il reparto»

Sabato sera di tensione nella casa circondariale bustocca: due detenuti fomentano la rivolta in sezione. Danneggiamenti, minacce e ore di trattative prima del ritorno alla calma. Il Sappe elogia il personale: «Ha vinto lo Stato, onore alla Polizia Penitenziaria»

Busto, caos in carcere: «Armati di bastoni di ferro hanno distrutto il reparto»

Sabato sera di follia nel carcere di Busto Arsizio.

Il resoconto della serata ad alta tensione è affidato ad Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: «Due detenuti di origine straniera, non contenti della collocazione in una cella loro assegnata per aver aggredito un altro ristretto, hanno fomentato altri detenuti in Sezione: armati di bastoni di ferro, hanno distrutto il corridoio del reparto, sbarrando l’ingresso e minacciando il personale di polizia di non accedervi. Solo dopo più di due ore di trattative si è riusciti a sbloccare la situazione. Per fortuna senza feriti».

Il sindacalista esprime il plauso del SAPPE «al personale di Busto Arsizio che è riuscito a gestire l’evento, ripristinando l’ordine e la sicurezza del Reparto con grande professionalità».

Greco spiega infine che «la situazione, estremamente delicata e ad alto rischio, è stata riportata alla normalità senza alcuna conseguenza fisica, né per il personale né per i detenuti. Un’azione impeccabile, frutto di professionalità, compattezza e rapidità di esecuzione, che merita il plauso e il rispetto di tutti. Come sindacato, sottolineiamo l’eccellenza operativa del personale intervenuto, che ha dimostrato per l’ennesima volta lo spirito di sacrificio e la dedizione assoluta verso il servizio, mettendo da parte persino i propri momenti familiari per rispondere all’emergenza».

«Onore alla Polizia Penitenziaria: a Busto Arsizio ha vinto il Corpo, ha vinto lo Stato», commenta Donato Capece.

«Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia».

«Per questo - rimarca il leader del SAPPE - è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Busto Arsizio ma anche per tutte le altre strutture detentive della Lombardia e della Nazione. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere», conclude Capece.

c. s.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore