Busto Arsizio | 17 agosto 2025, 12:02

GIRO DEL MONDO IN TERRA BUSTOCCA. Dal Brasile a Busto Arsizio per amore: «Qui c’è tutto, la città è ben servita e il cibo è il numero uno al mondo»

Prima di trasferirsi, per Jordania De Oliveria Gomes l’Italia era Milano. A Busto si trova benissimo, ma non manca un po’ di nostalgia per la solarità brasiliana

GIRO DEL MONDO IN TERRA BUSTOCCA. Dal Brasile a Busto Arsizio per amore: «Qui c’è tutto, la città è ben servita e il cibo è il numero uno al mondo»

I bustocchi viaggiano, si trasferiscono, vanno all’estero per i più diversi motivi, ma anche Busto e la Valle Olona accolgono a loro volta persone che arrivano da ogni parte del mondo. Tra loro ci sono, ad esempio, studenti che trascorrono un periodo di studio in Italia, persone che si spostano per lavoro, donne e uomini che per amore cambiano non solo Paese, ma addirittura continente.

Ecco dunque un giro del mondo fatto nel nostro territorio per raccontare, tra curiosità e sorprese, il punto di vista di chi viene da fuori e per assaporare qualcosa di Paesi lontani.

Il nostro viaggio inizia dall’Europa e toccherà i cinque continenti.

Jordania De Oliveira Gomes, classe 1989, è originaria di Belo Horizonte nel Minas Gerais, Brasile, e si è trasferita a Busto Arsizio per amore. Ora con la famiglia vive qui e nonostante si trovi molto bene non nasconde una certa “saudade” per la terra natìa.

Ci descrivi il Brasile in poche parole?

«Colore, cultura, sapori, ritmi, balli».

Che cosa ti manca di più del Brasile?

«La mamma, il cibo e il contatto umano. In Brasile quando vai per strada o sei in treno tutti parlano con tutti, sorridono e si saluta anche chi non si conosce. Sono molto solari i brasiliani».

E qui invece?

«Qui la gente è più seria. Pensa che quando sono tornata in Brasile a dicembre, camminando per strada mi sono accorta che non salutavo nessuno e non sorridevo. Appena me ne sono resa conto mi sono detta “dobbiamo sorridere!”».

Che cosa ti piace di più dell’Italia?

«I paesaggi, le città, ognuna con la propria particolarità. Inoltro trovo l’Italia molto elegante, pulita, sicura. E mi piace il cibo italiano, il numero uno al mondo».

Quali sono i piatti brasiliani da provare almeno una volta nella vita?

«Il pão de queijo è delizioso. E’ della mia città: si tratta di un panino di fecola di patate con formaggio. Poi ci sono i dolci: il brigadeiro, un dolce al cioccolato, il paçoca con le arachidi. Il nostro piatto tipico nazionale invece è riso e fagioli».

Di Busto Arsizio in particolare che cosa apprezzi?

«A livello culinario amo polenta e bruscitti, ma quello dolce della pasticceria Campi. Come città, Busto è ben servita, c’è tutto, scuole, impianti sportivi, supermercati e mi sento sicura. Mi trovo benissimo».

Che idea avevi dell’Italia prima di venirci a vivere?

«Non conoscevo l’Italia. Io l’associavo a Milano, immaginavo che tutto fosse fashion, chic. Invece ho scoperto che in Italia c’è un po’ di tutto ed anche le stesse città vicine a Milano sono molto diverse».

C’è qualcosa di Busto o dei dintorni che ti ricorda il Brasile?

«Sì, la campagna e i cavalli, i parecchi maneggi che vedo».

Qualcosa di diverso tra Italia e Brasile?

«In Brasile l’educazione fin da bambini è molto più rigida. Gridare contro i genitori e colpirli, seppure come fa un bambino, è inammissibile. Inoltre si deve dire per favore. Un’altra cosa che per me è strana è sentire utilizzare certe parolacce come intercalare.

Un’altra cosa peculiare riguarda un’abitudine. Soffiare il naso in pubblico da noi è da maleducati. In Brasile o si va in bagno a farlo o si tira su con il naso. E questo invece non è educato in Italia».

Dal punto di vista climatico noti differenze?

«Sì, qui l’inverno è vero inverno. Da noi in inverno fa fresco, ma non usiamo né giubbotti né riscaldamento».

Salutaci da brasiliana.

«Tiau fiquem com Deus. Dio ti benedica».

Mariagiulia Porrello

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