In un momento storico in cui l’Ospedale Sant’Antonio Abate si avvia verso la dismissione, sostituito in prospettiva dalla futura struttura unica a Busto Arsizio, riscoprirne la storia diventa un atto di consapevolezza e memoria collettiva. È in questa cornice che la Delegazione FAI del Seprio, in collaborazione con la Società Gallaratese per gli Studi Patri, promuove un fine settimana all’insegna della cultura e dell’identità, offrendo alla cittadinanza l’opportunità di conoscere da vicino le origini e l’evoluzione di uno dei luoghi più emblematici della città.
Il primo appuntamento è previsto venerdì 6 giugno alle ore 21 presso la sala convegni del Museo degli Studi Patri, dove si terrà una conferenza divulgativa dedicata alla storia dell’Ospedale di Gallarate, dalla sua fondazione nell’Ottocento fino alle trasformazioni urbanistiche e sociali che ne hanno scandito lo sviluppo. Saranno approfonditi sia gli aspetti legati alla medicina e al suo incessante bisogno di nuovi spazi e strumenti, sia quelli architettonici, con un focus sul “Padiglione Boito”, progettato nel 1875 da Camillo Boito, celebre architetto e teorico del restauro.
Alla conferenza interverrà il professor Giuseppe Armocida, storico della medicina e già docente all’Università dell’Insubria, che guiderà il pubblico in un viaggio attraverso le tappe fondamentali dell’evoluzione sanitaria gallaratese. A lui si affiancherà un relatore esperto in storia dell’architettura, che illustrerà il valore culturale e simbolico dell’edificio più rappresentativo del complesso ospedaliero.
Il percorso continuerà domenica 8 giugno nel pomeriggio con visite guidate al Padiglione Boito, grazie alla disponibilità della Direzione dell’ASST Valle Olona, che ha autorizzato l’accesso al piano terra dello stabile, tuttora in parte operativo. I volontari FAI accompagneranno i visitatori in tre turni distinti - con partenze alle ore 15.00, 16.00 e 17.00 - offrendo una narrazione immersiva tra spazi, memorie e architetture che hanno fatto la storia della sanità gallaratese.
La partecipazione alla conferenza di venerdì è libera e gratuita fino ad esaurimento posti. Non è obbligatoria la prenotazione, ma è consigliata tramite apposito link che sarà reso disponibile dagli organizzatori. Per le visite guidate di domenica, invece, è necessario prenotarsi in anticipo attraverso il link fornito, versando un contributo a partire da 7 euro per gli iscritti FAI e 12 euro per i non iscritti.
In un momento in cui l’Ospedale Sant’Antonio Abate si prepara a chiudere un capitolo lungo quasi 150 anni, questa iniziativa rappresenta molto più di un evento culturale: è un’occasione per restituire dignità alla memoria di una struttura che ha servito intere generazioni, e per riflettere su cosa si perde, oltre a ciò che si costruisce.