Busto Arsizio | 14 maggio 2025, 21:30

«La violenza non ha confini, ma nemmeno la nostra determinazione»: a Busto un incontro per rafforzare la rete antiviolenza

A Villa Tovaglieri un incontro promosso dal Comune per rafforzare la Rete territoriale antiviolenza. Amministratori, operatori e forze dell’ordine hanno discusso strumenti, criticità e nuove strategie contro la violenza di genere. Centrale il ruolo di centri antiviolenza e case rifugio. L’obiettivo: unire le forze per proteggere le vittime e prevenire i rischi

Un confronto urgente, una rete da rafforzare, un impegno condiviso per non lasciare sole le vittime. Dopo i recenti episodi di violenza nel territorio, i Comuni dell’area si sono seduti attorno a un tavolo per fare squadra.

Villa Tovaglieri: cuore pulsante di un confronto necessario

Mercoledì 14 maggio, nella sala Bandiere di Villa Tovaglieri, si è tenuto un importante incontro promosso dal sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli e dall’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni. All’appuntamento sono intervenuti numerosi amministratori locali, operatori, educatori e rappresentanti delle forze dell’ordine, provenienti dai Comuni che compongono la Rete territoriale interistituzionale antiviolenza degli ambiti di Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Somma Lombardo.

La risposta alla violenza parte dalla consapevolezza

La decisione di convocare questo tavolo di lavoro nasce dalla necessità di dare una risposta concreta ai tragici episodi di violenza recentemente accaduti sul territorio, come ha spiegato l’assessore Reguzzoni (leggi QUI): «Conoscere le opportunità che la Rete offre è il primo passo per garantire una tutela tempestiva e attivare strategie condivise». La riflessione è scaturita anche da casi specifici, come quello di Samarate, in cui alcune buone prassi non hanno prodotto i risultati sperati: «Non sempre i comportamenti consigliati funzionano, ed è per questo che dobbiamo rafforzare l’intervento della rete su scala più ampia».

I nodi della rete: centri, case rifugio e formazione

Durante l’incontro, si è parlato della struttura della Rete Territoriale, della sua composizione e dei suoi nodi fondamentali. Il coordinatore Sandro Massi ha illustrato il sistema che coinvolge 25 Comuni e include forze dell’ordine, servizi sanitari, centri antiviolenza e case rifugio. Ha ricordato come il sistema oggi disponga di maggiori risorse, soprattutto per le strutture di accoglienza, ma con persistenti squilibri a sfavore dei centri antiviolenza. Solo nell’ultimo anno, ad esempio, si sono registrati 40 collocamenti in case rifugio, con situazioni sempre più complesse, anche a causa della presenza di problematiche sanitarie e del delicato contesto di Malpensa come punto d’ingresso di casi critici.

Voci dal territorio: esperienze e urgenze

All’incontro hanno portato il loro contributo anche numerosi amministratori locali e operatori. Tra questi, Raffaella Bandera ed Elena Carraro del Comune di Lonate Pozzolo, Giovanna Nadia Carollo per il comune di Ierago con Orago, Manuela Villa da Solbiate Arno, Tiziana Galla di Oggiona, Eliana Brusa da Albizzate, Anna Lodrini da Cassano Magnago, Antonella Bisca da Solbiate Arno, Diego Bonutto da Cavaria con Premezzo, Franca Passerini da Gallarate, Paola De Alberti da Besnate. Presente anche un ufficiale della Polizia di Stato, a testimoniare l’importanza della sinergia tra enti e forze dell’ordine.

Chiara Lamperti, assistente sociale del Comune di Cairate, ha sottolineato come l’opinione pubblica stia iniziando a guardare con maggiore consapevolezza la realtà della violenza di genere, anche all’interno del proprio contesto quotidiano: «Oggi le persone guardano il vicino di casa con occhi diversi. I numeri che registriamo parlano chiaro, e riguardano in larga parte donne italiane, di ceto medio».

L’impegno di Eva Odv: esserci, sempre

Importante anche il contributo di Cinzia Di Pilla, presidente del Centro Antiviolenza Eva Odv. Di Pilla ha messo in evidenza la necessità di lavorare sulla valutazione del rischio e sull’accompagnamento attento delle vittime: «Dopo la tragedia di Samarate, ci siamo confrontati con casi estremamente delicati. Abbiamo la reperibilità h24, ma spesso ci sentiamo impotenti. È fondamentale che la rete sia attivata e conosciuta». Eva Odv gestisce tre sportelli a Gallarate, Ferno e Busto Arsizio, ed è disponibile a organizzare momenti di formazione e aggiornamento, anche nelle parrocchie, sottolineando che «la violenza di genere non riguarda solo i poveri».

Nuove forme di violenza e nuovi strumenti

Paola Reguzzoni ha posto l’attenzione su nuove forme di violenza, spesso invisibili ma devastanti: quella psicologica, quella economica, quella digitale. «Ci troviamo ad affrontare situazioni di fragilità estrema, spesso in famiglie monoreddito, con donne straniere. Anche la dipendenza economica è controllo. Dobbiamo intervenire, anche attraverso la mediazione culturale». Ha poi ricordato come a Busto siano attivi sei appartamenti destinati al reinserimento sociale di donne maltrattate, pur riconoscendo che non sempre il territorio è pronto a rispondere in modo omogeneo.

Una rete che non si ferma

L’incontro si è chiuso con un impegno condiviso: continuare a lavorare in sinergia, senza confini, senza distinzioni. Come ha ribadito l’assessore Reguzzoni: «Siamo una squadra. Mettiamo in rete strategie e risorse. La violenza non ha confini, ma nemmeno la nostra determinazione».

Laura Vignati

Leggi tutte le notizie di IERI... OGGI, È GIÀ DOMANI ›
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore