Colpo di scena in Provincia. Dopo le scintille dello scorso anno, la discussione sul patrocinio al Varese Pride finisce prima di iniziare. Fratelli d’Italia, infatti, ha posto la questione pregiudiziale prevista dal regolamento, chiedendo che il punto venisse ritirato perché la competenza sui patrocini spetta al presidente e non al Consiglio.
E la richiesta è stata approvata, grazie all’astensione della Provincia al Centro, gruppo composto prevalentemente da esponenti di Forza Italia.
Gli unici a voler affrontare la discussione sono stati coloro che avevano presentato la mozione, vale a dire i consiglieri del Pd (in maggioranza con i forzisti). Si è astenuto anche il presidente Marco Magrini, che a questo punto deciderà in autonomia.
Probabile dunque che anche quest’anno la parata (in programma il 19 luglio) si tenga senza il patrocinio di Villa Recalcati. Magrini ha infatti ribadito anche questa sera di essere aperto a incontri su diritti e contro ogni discriminazione, ma non a sostenere il Pride. «Sono disponibile a organizzare incontri per parlare di questi temi – ha detto il presidente –. Sarebbe bello farlo a scuola, con esperti che potrebbero aiutare anche le famiglie. Non sono però d’accordo col gay pride. Non credo sia un metodo per difendere i diritti, non mi convince e non intendo patrocinarlo. Altri hanno una sensibilità diversa, la maggioranza mi ha chiesto di parlarne e io sono disponibile a rimettermi ai miei consiglieri».
Non ce ne sarà bisogno. Prima che iniziasse la discussione, FdI ha infatti posto la questione pregiudiziale. Il capogruppo Marco Colombo (pur dicendosi disponibile a partecipare a incontri sul tema promossi da Arcigay, che ha ringraziato per la lettera dai toni pacati inviata ai consiglieri) ha osservato che spetta al presidente decidere se concedere o meno il patrocinio: «Questo argomento non può essere trattato dal Consiglio e ne chiedo il ritiro. È chiaro che siamo davanti a una forzatura politica, c’è qualche ingranaggio che si sta inceppando. D’ora in avanti tutti i patrocini li dovremo far passare dal Consiglio?».
D’accordo il collega della Lega Sergio Ghiringhelli: «Non si può riproporre tutti gli anni questo imbarazzo per cui discutiamo di cose di cui non ci dovremmo occupare. Ancora una volta viene attaccato il lavoro che dovrebbe fare il presidente (in riferimento al dibattito di ieri sera sul nuovo teatro di Varese, ndr). Un minimo di legalità lo vogliamo stabilire?».
A quel punto, Magrini si è detto favorevole ad affrontare la discussione. Matteo Marchesi (forzista della Provincia al Centro) ha chiesto però una sospensione dei lavori per discutere coi colleghi. E dal confronto, evidentemente, è emersa la scelta di astenersi, che ha portato all’affossamento del punto.
E pensare che in giornata erano circolate delle voci sulla possibilità che qualche esponente forzista potesse essere favorevole al patrocinio, salvo poi venire invitato dai piani alti a rivedere la propria posizione.
Di certo, quanto successo non favorisce i rapporti all’interno della maggioranza. La palla ora passa a Magrini, che ne discuterà di nuovo coi suoi. Ma la strada sembra tracciata: nonostante l'appello di Arcigay, il Pride sfilerà ancora senza il patrocinio di Villa Recalcati.
Rendiconto 2024 e Centro per l’impiego di Varese
Dopo l’adozione del rendiconto 2024 di ieri, questa sera è arrivata la definitiva approvazione dell’assise (con l’astensione della minoranza), che ha fatto seguito a quella dell’assemblea dei sindaci giunta nel pomeriggio. Alla riunione hanno partecipato 88 Comuni (in rappresentanza di 657.837 abitanti, il 74,95 della popolazione). Degli 85 votanti, si sono espressi a favore in 63; 22 gli astenuti, nessun contrario.
Il Consiglio si è poi detto a favore dell’acquisizione dell’immobile in via Luini, di proprietà di Ats Insubria, da destinare a sede del centro per l’impiego di Varese, grazie a fondi Pnrr e ministeriali.
L’investimento complessivo ammonta a 6,7 milioni di euro. Magrini ha ripercorso la vicenda già illustrata lo scorso dicembre, alla quale si è interessato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Come allora, la Lega ha punzecchiato il Comune di Varese: «Ha rischiato di farci perdere l’operazione», ha detto il capogruppo del Carroccio Sergio Ghiringhelli.