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Busto Arsizio | 30 aprile 2025, 12:51

Dalle violenze ai pericoli della rete, Sap tra gli studenti nel nome della sicurezza: «Godetevi la vita. Usando la testa»

In mattinata, incontro tra rappresentanti del Sindacato Autonomo di Polizia e classi delle secondarie di primo grado Pertini, tappa di un tour tra i giovanissimi. Ragazzi informati sulla App per le emergenze “Where are U”, meno su quella della Polizia “YouPol” dedicata a bullismo, spaccio, violenza domestica. Luci e ombre sulle minacce del web ma "Il ragazzo dai pantaloni rosa" lo hanno visto tutti, il livello di attenzione ai messaggi è alto. L’assessore Colombo agli studenti: «Ricordatevi che state già costruendo la nostra società, abbiamo fiducia in voi»

Gli studenti con i rappresentanti Sap

Gli studenti con i rappresentanti Sap

Sono tornate da scuola con un compito in più rispetto a quelli tradizionali due classi prime della media Pertini: scaricare, meglio con i genitori, l’applicazione “Where are U”, quella che consente di comunicare ogni tipo di emergenza a Forze dell’Ordine, operatori del soccorso sanitario e Vigili del Fuoco. Strumento di cui hanno parlato con Cristian Sternativo (segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia), Marco Pontiroli (vice) e Vincenzo Salzano (delegato Sap a Busto Arsizio). Un incontro per affrontare il tema sicurezza a 360 gradi, per effettuare una panoramica su situazioni a rischio, buone prassi e principi di ragionevolezza che, pur noti, vale la pena di ripassare. Niente paternali, nessun riferimento specifico a casi finiti nelle cronache locali. «Vogliamo fare passare il concetto che le Forze dell’Ordine sono un interlocutore – ha precisato, a margine, Salzano – senza mettere pressione».

Tono colloquiale, dunque, amichevole. Ma anche fermezza nel tratteggiare i pericoli e puntualità nell’indicare reazioni appropriate e canali utili. Alcuni spunti emersi dalla chiacchierata. La app collegata al numero di emergenza 112 è piuttosto conosciuta ma pochissimi dicono di averla scaricata, su dispositivi a loro disposizione o in uso agli adulti di riferimento. Discreta la preparazione dei ragazzi su come gestire una telefonata d’emergenza in caso di necessità, curiosità sui meccanismi che scattano se una centrale operativa riceve una “chiamata muta”.

L’applicazione YouPol, specifica della Polizia di Stato e pensata soprattutto, non esclusivamente, per bullismo, spaccio o violenza domestica, è stata una scoperta, apprezzata. Hanno assistito, gli studenti, a prepotenze in qualche modo collegabili al bullismo? Poche mani alzate, a metà, qualche sussurro. «Se vedete qualcosa del genere – la raccomandazione - parlatene, il primo aiuto parte da voi. I vostri familiari e i vostri prof devono sapere. Per qualche ragione non vi fidate? Ci siamo noi della Polizia, ci sono le Forze dell’Ordine, sappiamo prendere le precauzioni necessarie. Tenete presente che forse il bullo non si rende neanche conto di quello che combina. E che fa del male a se stesso oltre che alla vittima».

Capitolo rete, in quanti usano i social? Una ristretta minoranza, a giudicare dal sondaggio improvvisato, ma la percentuale raggiunge la quasi totalità se si nomina Whatsapp: «Ricordate che con Whatsapp si va in rete e che lì la circolazione di contenuti, a partire dalle immagini, è difficilissima da tenere sotto controllo, non si sa dove certi materiali andranno a finire e che uso se ne farà». Scetticismo contenuto ma percepibile dei presenti, fino a che non viene nominato “Il ragazzo dai pantaloni rosa” e l’amplificazione social, lì raccontata, di uno scherzo crudele, dagli esiti tragici: il film lo hanno visto praticamente tutti, questa volta si annuisce in modo convinto.

Garante della privacy: altra scoperta. Alla domanda sull’eventuale ricezione di immagini inopportune la risposta è timida. Qualcuno ammette di averne ricevute,  dopo un consulto con un’amica sono stati messi al corrente i genitori. «Così si fa, se c’è qualcosa che vi disturba fatelo presente ad adulti di cui vi potete fidare». Tema ricorrente, quello della comunicazione, del non nascondersi e del non nascondere. «Il dialogo è fondamentale – il messaggio, a inizio incontro, rivolto ai ragazzi dall’assessore all’Istruzione, Chiara Colombo – il vostro compito principale è imparare ma non dimenticate che, anche se siete giovanissimi, costruite. State già partecipando alla costruzione della nostra società e sempre di più lo farete crescendo. Abbiamo fiducia in voi». «Su questi temi – la sottolineatura della dirigente scolastica, Stefania Bossi – c’è sensibilità, gli studenti dimostrano attenzione. E l’istituzione scolastica ha le antenne dritte, data la portata dei problemi e delle sfide».

Gli incontri del Sap nelle scuole proseguiranno, un vero tour con contenuti e toni modulati a seconda delle fasce d’età. Messaggio unificante, trasmesso anche agli studenti della Pertini: «Ragazzi, nessuno vuole spaventarvi, opprimervi. Godetevi la vita. Usando la testa».

Stefano Tosi

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