Sono stati inaugurati a Uboldo i cartelli “Salva Ciclisti”, un’iniziativa simbolica, ma concreta, per sensibilizzare gli automobilisti sul rispetto della distanza di sicurezza durante il sorpasso dei ciclisti. L’evento si è svolto alla presenza del sindaco Luigi Clerici, dell’assessore Carlo Copreni, del comandante della Polizia Locale Alfredo Pontiggia, del ciclista brianzolo Antonio Cortese, testimonial dell’Associazione Io Rispetto il Ciclista e ACCPI, e dei rappresentanti del team Helios, guidati dal presidente Stefano Moneta.
“Il messaggio è chiaro: rispetta il ciclista, 1,5 metri possono salvare una vita”, ha commentato Antonio Cortese, promotore del progetto, che ha continuato: “Essere riusciti ad arrivare anche in provincia di Varese, dopo Monza Brianza, Como, Milano e Bergamo, è davvero un bel risultato. Questi cartelli informativi riportano una grafica semplice, ma potente: un’automobile e una bicicletta affiancate, separate dalla scritta 1,5 metri. Una misura che per molti è solo un numero, ma per chi pedala rappresenta una garanzia di sicurezza e una possibilità in più di tornare a casa sano e salvo”.
Dello stesso parere il sindaco Luigi Clerici, che ha dichiarato: “Le nostre strade sono molto trafficate ed è per questo motivo che abbiamo subito aderito alla proposta di posizionamento dei cartelli a tutela della parte debole sulla strada. Sono stati installati in punti strategici del territorio con l’obiettivo di rendere visibile e costante il messaggio del rispetto”.
“Il metro e mezzo è un margine minimo di sicurezza che consente a un ciclista di non essere risucchiato o colpito da uno specchietto o da una sbandata del veicolo”, ha concluso Cortese. “I ciclisti non sono un intralcio, ma utenti della strada con pari diritto di circolazione. Il rispetto reciproco tra chi guida un’auto e chi pedala è alla base di una mobilità sicura e civile”.
La distanza di un metro e mezzo è lo spazio di una vita. È un gesto di attenzione, rispetto e civiltà: la strada è di tutti, ma la sicurezza è una responsabilità comune. Pedalare non deve essere un rischio, bensì una libertà e un piacere.