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Non solo Fumetti | 16 giugno 2024, 06:30

Lady Oscar compie 45 anni

Dal 25 maggio al 15 settembre, a Milano, una mostra per festeggiare il compleanno della serie animata

Lady Oscar compie 45 anni

Nel mondo dei manga e degli anime è stata una rivoluzione, il che, tenuto conto che stiamo parlando di un personaggio che vive tra il 1755 e il 1789, sembra davvero un segno del destino.

Sì, Lady Oscar è stata soprattutto questo: una rivoluzione e un’innovazione.

Non sappiamo se Riyoko Ikeda abbia avuto da subito piena consapevolezza di ciò che stava creando. Pare che la sua prima intenzione fosse quella di raccontare la vita della regina Maria Antonietta, ispirazione derivatale dalla lettura di un saggio sulla vita della sovrana scritto da Stefan Zweig, e che solo in un secondo momento abbia pensato di inserire nella narrazione un personaggio totalmente di fantasia. E’ stato così che, forse senza volerlo, ha trasferito la filosofia romantica, potremmo dire addirittura manzoniana, del romanzo storico occidentale, nella struttura del manga e degli anime.


Lady Oscar nel manga e nell’anime. Al centro Riyoko Ikeda)

Ma improvvisamente Oscar, quasi scrivendosi da sola, ha scalzato la regina di Francia dal ruolo di protagonista e ha offerto alla sua creatrice l’occasione di osare ancora di più, di andare oltre il romanzo storico. Mentre nei Promessi Sposi (per citare il modello letterario per eccellenza) i personaggi sono immaginari e agiscono in un tempo passato dal contesto reale, in Versailles No Bara (questo il titolo originale dell’opera di Ikeda) i personaggi immaginari (ovvero Oscar e André, il suo attendente) vivono un contesto reale interagendo direttamente con comprimari realmente esistiti. La narrazione, benché romanzata, è fondata su una documentazione storica precisa, su date e avvenimenti che, nel cartone in particolare, vengono illustrati con dovizia dalla voce narrante.

Questo impianto ha conosciuto in seguito, nel mondo degli anime, almeno un altro tentativo di emulazione, però meno riuscito: ci riferiamo a “Il Tulipano Nero”, serie ambientata anch’essa nel periodo della Rivoluzione francese, certamente avvincente, ma meno scrupolosa nella narrazione degli eventi storici. Il titolo peraltro è un po’ maschilista, fa riferimento a un eroe che compare poco nella storia. La vera protagonista dell’anime è invece una spadaccina mascherata che si fa chiamare “Stella della Senna”

 La Stella della Senna

Com’è nostra abitudine, anche quando si parla di personaggi conosciuti praticamente da tutti, improvvisiamo comunque una sinossi: il giorno di natale del 1755, presso la villa della famiglia nobile Jarjayes, nasce una bellissima bambina dai capelli biondi. Il padre che, dopo una sequela di figlie femmine, sperava in un maschio (“il buon padre voleva un maschietto, ma ahimé, sei nata tu”), di fronte all’ineluttabilità dell’avvenimento, dopo un’iniziale disperazione, ha un’idea. L’ultima nata verrà educata come un uomo. La bambina viene chiamata Oscar François. Addestrata come un soldato, diventa abile con la spada e con le armi da fuoco e intraprende la carriera militare diventando prima capitano, poi comandante delle guardie reali, infine comandante della guardia cittadina.

Le tre uniformi di Oscar

Su questa premessa si potrebbe citare un illustre precedente, da cui Ikeda sembra aver preso spunto, ovvero l’anime intitolato “La Principessa Zaffiro”, che ha un’evoluzione simile, ma nasce per un pubblico più bambino.

La Principessa Zaffiro

Invece Oscar, come abbiamo detto, interagisce con veri personaggi storici: Maria Antonietta, Luigi XVI, Hans Axel di Fersen, la contessa di Polignac, Robespierre. Partecipa a tutte le vicende legate alla Francia dell’epoca: la morte di Luigi XV, l’incoronazione di Luigi XVI e Maria Antonietta, lo scandalo della collana, l’assemblea degli Stati Generali, solo per citarne alcuni. Da non trascurare, in questo senso, un valore dell’opera che spesso non viene abbastanza sottolineato: quello didattico. Si potrebbe azzardare l’ipotesi che molti studenti degli anni ‘70-‘80 (anche quelli più svogliati) conoscano bene l’argomento “Rivoluzione francese”, proprio perché hanno guardato in tv Lady Oscar.

Tornando alla sinossi, la nostra eroina, quando comincia la rivoluzione, decide di abbandonare l’uniforme e il titolo nobiliare, e va a combattere con l’amato André e i suoi soldati per le strade di Parigi, insieme al popolo.

L’abbandono dei privilegi nobiliari, causato dalla visione delle sofferenze patite dalla povera gente, è una delle due prese di coscienza che il personaggio affronta nel corso della storia. L’altra, qualche anno prima, è la delusione d’amore che Oscar patisce a causa del rifiuto del Conte di Fersen, per la quale decide di rinunciare per sempre alla sua natura di donna e di vivere esclusivamente come un uomo; in seguito però comprende che può vivere come vuole, continuando a essere un soldato senza rinunciare alla sua natura, perché, in realtà, non c’è nulla che una donna non possa riuscire a fare.

Purtroppo la nostra eroina muore il 14 luglio 1789, durante la battaglia per la presa della Bastiglia.

Il momento della sua dipartita e, poco prima, quello della morte del suo amato André, ha causato a noi ragazzi e ragazze degli anni ‘70-’80, un lutto insanabile. Tant’è che sui social, ancora oggi non è raro, ogni 14 luglio, leggere post che celebrano l’anniversario della morte di Lady Oscar.


 La morte di Lady Oscar nel manga

La morte di Lady Oscar nell’anime

Sono ben 45 anni che, nella serie animata, Oscar cavalca sul suo cavallo bianco, abitando l’immaginazione di più generazioni.

Per questo, WOW Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto di Milano, in collaborazione con Yamato Video e con il contributo del Lady Oscar Italian Fan Club, ha deciso di dedicarle una mostra che si è aperta il 25 Maggio e si concluderà il 15 settembre di quest’anno.


La locandina della mostra

La mostra, a cura di Enrico Ercole, con la partecipazione di Angelo Capozzi e Luca Bertuzzi, gode del patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano. In occasione dell’inaugurazione ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Clara Serina, voce dei Cavalieri del Re, il gruppo che ha creato la prima sigla del cartone.

Sulla pagina Facebook del museo è la stessa voce di Oscar a invitarci a visitare la mostra tramite Cinzia De Carolis, la sua doppiatrice.

 

Ho intervistato per voi Enrico Ercole, il curatore.

Quando e come è nata l’idea di creare questo evento?

L’idea è nata proprio dall’anniversario, l’abbiamo proposta a Yamato Video che si è dimostrata subito interessata.

Avete coinvolto anche collezionisti privati?

La mostra comprende la collezione che proviene dall’archivio del museo, composta per lo più da fumetti, più una serie di collezioni private. Quella più rilevante appartiene a Laura Luzi, una delle più importanti collezioniste italiane di Lady Oscar, autrice tra l’altro de “Il vento della rivoluzione”, un libro dedicato proprio alla nostra eroina. E’ grazie a Laura che possiamo ammirare i rodovetri, ovvero i disegni su acetato di cellulosa che venivano usati, quando ancora i computer non erano in grado di farlo, per realizzare i fotogrammi del cartone. 

La maggior parte dei gadgets appartengono invece alla collezione di Angelo Capozzi, del quale conoscevamo la passione per Lady Oscar e io personalmente avevo avuto modo di vedere la sua straordinaria collezione. Lo abbiamo reclutato da subito. Angelo è anche il co-curatore della mostra.

Alcune cose sono giunte anche da Raffaella Nicolosi, la presidente del Lady Oscar Italian Fan Club. Lei, a sua volta, ha chiamato a raccolta altri collezionisti, i quali hanno prestato, ad esempio, oggetti particolari come bambole, pupazzetti realizzati all’uncinetto e Brickheadz di Lego.

Avete coinvolto anche Clara Serina, la voce della sigla storica...

Lei non poteva mancare. Ha partecipato all’inaugurazione e tornerà per la celebrazione del 14 luglio, giorno in cui ricorderemo la morte di Lady Oscar. Durante l’evento, oltre alla sua esibizione, avremo la presentazione del libro di Laura Luzi e un collegamento via Skype con Cinzia De Carolis, la doppiatrice.

Se volessimo stilare una classifica dei pezzi più preziosi presenti in questa mostra?

Il più prezioso è senz’altro il numero della rivista giapponese “Margaret” in cui Lady Oscar compare in assoluto per la prima volta (1972). Difficilissimo da trovare, quello in mostra appartiene alla collezione di Laura Luzi. Da un punto di vista emotivo i pezzi forti sono i rodovetri. Prima di tutto perché così tanti, tutti assieme, non si sono mai visti, poi perché appartengono tutti a scene molto importanti. Abbiamo, ad esempio, il rodovetro della scena in cui André strappa la camicetta a Oscar, che è uno dei momenti topici del cartone animato; c’è inoltre un bellissimo disegno preparatorio della scena in cui Maria Antonietta scopre che i suoi capelli sono diventati completamente bianchi; poi un altro straordinario disegno preparatorio per i colori del viso di André nella scena in cui lui vede Oscar che scende le scale vestita da donna. Sono cose, per chi conosce il cartone animato, emozionanti.

Abbiamo anche pezzi molto particolari, come la riproduzione perfetta della collana dello scandalo, oppure la radice in cui Maria Antonietta inciampa quando dà l’addio a Fersen. Quest’ultima proviene direttamente dal parco di Versailles, l’ha prelevata, segandola, il presidente della Yamato Video in persona. Un gesto divertente che però dimostra anche quanto la devozione verso Oscar possa raggiungere picchi inimmaginabili.

Insomma, presso la mostra sarà possibile ammirare bambole, gadget, memorabilia, riproduzioni di abiti dell’epoca, cosplay, pannelli illustrativi, quadri, disegni e animation cel originali.

In conclusione, una curiosità: tra i pannelli della mostra ce n’è uno che riporta la storia di Francesca Scannagatta, la Lady Oscar italiana. Si tratta di una donna milanese realmente esistita che, più o meno negli stessi anni in cui agisce la nostra eroina, fingendosi uomo, militò nell’esercito austriaco.

Francesca Scannagatta, la Lady Oscar italiana

La mostra è aperta dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 19; il sabato e la domenica dalle 15 alle 20. Sarà chiusa nel periodo estivo da lunedì 29 luglio a venerdì 30 agosto compresi.

Per chi, nell’occasione, volesse rivedere la serie animata, segnaliamo che è attualmente disponibile su Prime Video. Il manga è invece reperibile sul sito J-Pop Manga del gruppo Edizioni BD .

La copertina del primo dei 5 volumi del manga “Le Rose di Versailles - Lady Oscar Collection” edito da J-Pop Manga

Insomma, non ci resta che augurare alla nostra eroina buon compleanno, cantandole tanti augur... Ma no, cantiamole la sua canzone.

Oh, Lady, Lady, Lady Oscar, tutti fanno festa quando passi tu

Alla prossima settimana.

Thomas Pistoia

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