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Non solo Fumetti | 21 settembre 2025, 06:30

Serie a fumetti cancellata dopo un post sulla morte di Charlie Kirk

La DC Comics ritira dal mercato gli albi di “Red Hood”

Serie a fumetti cancellata dopo un post sulla morte di Charlie Kirk

Si chiama Red Hood. In italiano, Cappuccio Rosso. E’ un personaggio che fa parte dell’universo “batmaniano”.

Recentemente la DC Comics ha creato una serie di albi parallela a quella dell’uomo pipistrello (in gergo si dice spin-off), in cui Red Hood è il protagonista. Ma per quanto se ne sa, almeno fino al momento in cui questo articolo viene scritto, la nuova testata è scomparsa dal mercato.

Sì, perché il personaggio di fantasia è rimasto invischiato in una delle tante brutture della realtà. Dopo aver pubblicato l’albo numero 1, la casa editrice ha annullato le uscite successive.

Cosa è accaduto?


La copertina del primo albo di “Red Hood”

La sceneggiatrice della serie, Gretchen Felker-Martin, il 10 settembre scorso, subito dopo la sparatoria che ha causato la morte del politico conservatore statunitense Charlie Kirk, ha scritto in un post queste parole: “Pensieri e preghiere, puttana nazista. Spero che la pallottola stia bene dopo aver toccato Charlie Kirk”.

La reazione della DC, dopo la pubblicazione del post, è stata appunto quella di sospendere immediatamente la pubblicazione di Red Hood.


Il post di Gretchen Felker-Martin sulla morte di Charlie Kirk

In un primo comunicato, la casa editrice ha annunciato questo provvedimento senza dare spiegazioni specifiche, dicendo semplicemente che avrebbe cancellato gli ordini già effettuati di Red Hood 2 e 3 (l’1, come abbiamo detto, era in edicola da pochi giorni) e qualsiasi altro ordine per i numeri successivi della serie. Ha aggiunto che avrebbe accreditato ai rivenditori tutte le copie fatturate di Red Hood 1, inclusi gli esemplari che già venduti. Soltanto dopo essere stata interpellata dalla rivista “Popverse” ha rivelato il motivo della decisione: “Alla DC Comics attribuiamo il massimo valore ai nostri creatori e alla nostra comunità e ribadiamo il diritto all’espressione pacifica e individuale delle opinioni personali. I post o i commenti pubblici che possono essere interpretati come incitamento all’ostilità o alla violenza sono incompatibili con i nostri standard di condotta.”

Dal canto suo Gretchen Felker-Martin in post successivi, pur ammettendo di non aver controllato adeguatamente i propri impulsi e di non aver calcolato che le sue parole avrebbero potuto costituire un problema per la DC, non solo non si è scusata, ma ha indicato in modo deciso, in un’intervista, le proprie motivazioni, definendo Kirk "una persona ripugnante”. “Tutti su internet dicono che ha avuto ciò che si meritava” ha aggiunto “E’ morto mentre diffondeva il suo bigottismo, lui stesso aveva auspicato la morte di altri, non ho provato altro che disprezzo per la sua vita. E’ un uomo che per anni ho visto andare in televisione, su enormi palchi e nelle sale delle convention a dire che tutti quelli come me dovrebbero essere lapidati a morte.”

Nell’ultima frase Gretchen Felker-Martin fa riferimento al suo essere trans e alla propaganda, bisogna ammetterlo, piuttosto violenta, che Kirk ha sempre ostentato nei confronti di chiunque non fosse etero.


Gretchen Felker-Martin

Ci troviamo, insomma, di nuovo, di fronte al dilemma che già abbiamo incontrato quando, qualche settimana fa, abbiamo parlato della terza stagione di Sandman, che si dice sia stata cancellata da Netflix per i problemi giudiziari di Neil Gaiman. La domanda anche in questo caso è la stessa: l’opera va disgiunta dal suo autore? Gretchen Felker-Martin, che ha gioito della morte altrui, ma non ha ucciso nessuno, deve smettere di scrivere?

E mentre ci torna alla mente Caravaggio, l’altra domanda si fa largo: è sempre giusto censurare?

Ognuno, su questi argomenti, si è fatto e si farà la propria opinione, intanto però il dato “fumettistico” è che Cappuccio Rosso non avrà più una serie tutta sua.

Per la cronaca: nel mondo di Batman esistono due Red Hood. Il primo lo incontriamo brevemente nel 1998 nella leggendaria storia di Alan Moore “The Killing Joke”. In un abbozzo di origini della nemesi del pipistrello, scopriamo che il Joker è stato un tempo un comico fallito. Per poter racimolare qualche soldo accetta di mascherarsi con un cappuccio rosso e di portare a termine un furto in una fabbrica di componenti chimici. Qui incontra Batman e… La storia è molto conosciuta, ma evito comunque un possibile spoiler.


Il Cappuccio Rosso di Joker di “The Killing Joke”

L’altro Cappuccio Rosso (quello di cui avrebbe parlato la testata cancellata) non è meno sfortunato. Il secondo Robin, Jason Todd, viene ucciso dal Joker (peraltro la sua morte viene decisa da un sondaggio tra i lettori, ma di questo parleremo un’altra volta). Come spesso accade nei fumetti, gli viene concessa una resurrezione. Ma torna dalla morte cambiato, cattivo. Quasi volesse celebrare le origini del suo assassino, indossa un cappuccio rosso e diventa un vigilante che non si fa alcuno scrupolo ad uccidere.

Il personaggio è comparso, oltre che su carta, anche in altri media. Ricordiamo la sua presenza in particolare nella terza stagione della serie “Titans”, in cui è stato interpretato da Curran Walters, e nel lungometraggio animato “Batman: Under the Red Hood”.

Red Hood nella terza stagione della serie “Titans”

Il trailer di “Batman: Under the Red Hood” 

Per le sue origini e per la sua natura, è un personaggio che spesso riesce a mettere in crisi proprio il suo mentore, Batman, dando vita a storie molto avvincenti. Stavolta, non per sua colpa, ha causato una crisi anche nella realtà.

Speriamo dunque di rivederlo, senza censure, in quella fantasia spesso tanto più bella – ahimé – del mondo in cui viviamo.

Noi ci rileggiamo la prossima settimana.

Thomas Pistoia

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