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Busto Arsizio | 29 marzo 2024, 17:29

Presidi a Busto e Varese per “Lombardia SiCura”: «Contro i tagli e lo smantellamento dei servizi socio sanitari pubblici»

Venerdì 5 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, doppio presidio davanti agli ospedali di Busto e Varese. Lo promuovono Lombardia SiCura e la Rete Europea-La salute non è in vendita, dalle 9 alle 12

L'ospedale di Busto Arsizio

L'ospedale di Busto Arsizio

Venerdì 5 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, un presidio in via Arnaldo da Brescia, davanti all’ospedale di Busto Arsizio, e in via Guicciardini, davanti all’ospedale di Circolo di Varese. Lo promuovono Lombardia SiCura e la Rete Europea-La salute non è in vendita, dalle 9 alle 12.

CONTRO I TAGLI E LO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI SOCIO SANITARI PUBBLICI

«L’invecchiamento della popolazione con l’incremento delle malattie croniche e della non autosufficienza; l’aumento delle patologie da inquinamento e da stress lavoro-correlato, l’insicurezza generata dalla precarietà e dalla povertà in larghe fasce della popolazione, il concomitante aumento del disagio psichico e dei fenomeni di dipendenza e fragilità sociale, i nuovi fenomeni globali: pandemie, migrazioni, cambiamenti climatici, il parallelo declino e impoverimento dei Servizi Sociosanitari Pubblici e il venir meno dei Sistemi di protezione sociale, rendono sempre più impellente e necessario un nuovo e radicale cambiamento di rotta delle Politiche Socio Sanitarie nel nostro paese».

I promotori della protesta rivendicano: «La Garanzia della Cura, all’interno del Servizio Socio Sanitario Pubblico, sul territorio nazionale e regionale, affinché sia garantito a tutti e a tutte e ovunque, soprattutto nelle aree più periferiche e interne e per le persone con più fragilità e patologie, l’erogazione dei LEA e dei LEPS, che vanno implementati e finanziati.

È fondamentale intervenire sulle cause e abbattere l’allungamento delle liste di attesa, che creano insopportabili discriminazioni tra chi può pagare e chi invece rinuncia a curarsi, alimentando fortemente la privatizzazione della Sanità.

Altrettanto decisiva è l’applicazione della riforma sulla non-autosufficienza, coerente con la legge-delega, attesa da oltre vent’anni».

Durante il sit-in saranno chiesti:

«- L’applicazione e il rilancio delle politiche di prevenzione e sicurezza applicando, nei luoghi di vita e in quelli di lavoro, le norme di tutela dell’ambiente e degli ecosistemi perché siano idonei per gli operatori/operatrici sanitari e sociosanitari, in un’ottica globale della salute e dei suoi determinanti.

- Il potenziamento dei servizi territoriali di prossimità, la riorganizzazione della assistenza e della prevenzione primarie, e l’integrazione ospedale-territorio tramite un incremento strutturale del fondo sanitario nazionale e la piena attuazione del PNRR e del DM 77/2022, con una dotazione adeguata di personale, sia sanitario che socio-sanitario, per farli funzionare e con un incremento dei fondi per i servizi di protezione sociale per garantire tutti i diritti alle persone non autosufficienti e la loro integrazione con i servizi sanitari.

- La riorganizzazione della formazione/aggiornamento e la valorizzazione delle competenze, delle varie professioni sanitarie nel sistema pubblico con un piano straordinario di assunzioni, abolendo i tetti di spesa per il personale tuttora esistenti, e individuando specifici finanziamenti per reinternalizzare i servizi, incrementare le dotazioni organiche, e assicurare un compenso economico dignitoso per tutti gli operatori, inclusa un’adeguata retribuzione degli straordinari.

- La partecipazione democratica dei cittadini e degli operatori ai meccanismi decisionali, la promozione di un modello che garantisca una collaborazione orizzontale tra tutti gli attori della sanità e le istituzioni.

- Uno stop deciso alla privatizzazione dell’Assistenza Sanitaria. La Salute non può essere commercializzata, ridotta a merce, o compromessa dalle politiche di austerità e sotto finanziamento. La soluzione non è l’Autonomia differenziata, che produce ulteriori diseguaglianze e disomogeneità nell’offerta di servizi tra i cittadini».

Da diversi anni associazioni, comitati locali e forze politiche in Lombardia si sono mobilitate con iniziative nelle piazze e nelle istituzioni per invertire la tendenza alla privatizzazione e alla disparità di accesso ai servizi della sanità lombarda. Sarà possibile firmare la petizione “La Lombardia SiCura”.

Redazione

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