«Abbiamo le strutture e abbiamo il personale». Il dottor John Tremamondo scandisce la rassicurazione, quasi a smentire con maggiore forza, o quantomeno a ridimensionare notevolmente, l’ormai classico allarme sulla carenza di medici e infermieri nella Sanità pubblica. Interpellato sullo stato delle case di comunità, il direttore sociosanitario di Asst Valle Olona entra nel merito dei presìdi dislocati sul territorio, concepiti per avvicinare servizi ai cittadini e alleggerire la pressione cui sono notoriamente sottoposti gli ospedali. Le case di comunità, però, sono state paragonate spesso e da più parti, nel dibattito nazionale come in quello locale, a scatole vuote.
L'ennesimo esempio della tendenza a fare di ogni erba un fascio? Tremamondo puntualizza: «Il piano di potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, che si sviluppa su tre anni, prevede, per Asst Valle Olona, l’attivazione di 11 case di comunità. Otto strutture già ci sono». Due si trovano a Busto Arsizio, in viale Stelvio e piazza Plebiscito, le altre sono dislocate a Fagnano Olona, Saronno, Gallarate, Cassano Magnago, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo (QUI, la pagina del sito dedicata di Asst).
Il campo d’azione generale, implementabile con ulteriori progettualità, anche specifiche a seconda del distretto e del territorio di apparatenenza, è costituito da quattro macroaree:
- prevenzione e promozione della salute;
- assistenza primaria, con i medici di medicina generale che concorrono all’erogazione delle attività e alla gestione dei processi;
- specialistica ambulatoriale e diagnostica di base: gestione delle patologie croniche; in alcuni casi si è provveduto a implementare l’attività di prelievo, è stato attivato un ambulatorio di Continuità assistenziale, si sono allacciati collegamenti funzionali con i servizi consultoriali e di neuropsichiatria infantile;
- integrazione con i servizi sociali e con la comunità, un'attività articolata che va dal Pua - Punto unico di accesso, rivolto soprattutto alle persone con disagio e fragili sotto il profilo sanitario e sociale, nell’ottica della presa in carico, all’assistenza domiciliare, all’integrazione con l’ambito sociale e alla collaborazione con la comunità (per esempio con le associazioni).
In agguato, del resto, c'è un "però", relativo a lavori in corso e al progressivo “riempimento” delle case, anche di personale. Le situazioni sono diversificate e rendono il panorama piuttosto sfaccettato. Sul primo versante: «Si sta intervenendo sulle strutture che comunque, è bene ripeterlo, sono lì, realizzate. Si procede per migliorarle e mettere tutto perfettamente a norma. A titolo di esempio, a Cassano bisognava aggiungere degli spogliatoi, a Busto si lavora per un perfetto adeguamento alla normativa antincendio». Quanto al personale: «Il criterio è aumentarlo mano a mano che si finalizzano le operazioni per fare partire e crescere le attività previste. Non si fa tutto in un giorno ma, nel complesso, Asst Valle Olona è “sul pezzo”. E qualche ringraziamento è doveroso».
A chi? «Innanzitutto a quanti nelle case di comunità già lavorano, dimostrando, fra l'altro, di avere compreso l’importanza del loro ruolo e della novità. Poi ai rappresentanti delle istituzioni, ai sindaci. Si sta instaurando un buon dialogo, la disponibilità a collaborare non manca. Un esempio eclatante arriva da Somma Lombardo, la città del sindaco Stefano Bellaria, dove l’impatto sugli utenti della ristrutturazione alla casa di comunità è attutito anche dal trasferimento di alcune attività in locali del Comune».
Ancora sul rapporto con il territorio, anzi, i territori: «In ogni ambito è stata effettuata un’analisi dei bisogni socio-sanitari per dare risposte centrate sulle esigenze della popolazione, senza doppioni e ottimizzando le risorse».
Che cosa aspettarsi a breve? Tremamondo elenca alcuni progetti impegnativi, avviati: «Nel 2024 si svilupperà ulteriormente l’attività di home visiting, da parte delle ostetriche di famiglia, per le donne che partoriscono nei punti nascita dell’Asst. A Gallarate, sarà attivata la presa in carico precoce dei soggetti con demenza, in collaborazione con la Neurologia del Sant’Antonio Abate. Molto si lavorerà sull’assistenza domiciliare e sulla telemedicina, fondamentali. Uno degli obiettivi è incrementare la presa in carico, fra l’altro per ridurre la pressione sui Pronto soccorso da parte dei frequent user: sono il nove per cento dei pazienti, ma generano il 27 per cento delle presenze».
Capitolo a parte per l’ospedale di comunità, a Somma: «Con i suoi dieci posti letto, a novembre 2023 aveva già accolto oltre cento pazienti. I lavori per aumentare la capacità di accoglienza sono in corso. Da gennaio, inoltre, si è dato il via al ricovero su segnalazione dei medici di medicina generale, anche loro figure indispensabili nei cambiamenti in atto. Il progetto è già stato illustrato in alcuni distretti, altre presentazioni arriveranno a breve».