Dopo più di un decennio di silenzio l’organo della chiesa di Sant’Ilario a Marnate è tornato a far sentire la sua voce al termine della messa di sabato 13 gennaio.
A causa di alcune infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto della chiesa, infatti, l’intonaco si era introdotto all’interno delle canne dello storico strumento marnatese ostruendole, rendendo necessaria una importante opera di ripristino.
«Grazie alla generosità di tutta la comunità marnatese – spiega don Alberto Dell’Acqua – è stato possibile intervenire sullo strumento realizzato da Vittorio Ermolli, che ha operato tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, risistemandolo e restituendolo al paese».
Lo storico organo di Marnate, infatti, è stato costruito presumibilmente in concomitanza con i lavori di ampliamento della chiesa di Sant’Ilario, che terminarono nel 1913, e fu assemblato utilizzando parti di almeno altri tre organi antecedenti.
Questo fa sì che tra le sue 1.185 canne ve ne siano alcune che risalgono addirittura al 1700, annoverandolo a pieno titolo tra gli antichi organi della Valle Olona e della provincia di Varese; del resto pare che l’ultimo concerto suonato sulla sua tastiera prima delle infiltrazioni fosse proprio quello inserito all’interno della rassegna degli Antichi organi organizzata circa 15 anni fa.
Grazie al contributo dei fedeli e a quello dell’amministrazione si è potuto finalmente procedere al suo ripristino, che ha comportato lo smontaggio e la pulizia di tutte le canne, che sono poi state esaminate e censite prima di essere rimontate restituendo allo strumento la possibilità di tornare ad accompagnare i momenti più importanti della vita della parrocchia e della comunità di Marnate.
Anche se l’inaugurazione ufficiale avverrà nel pomeriggio di domenica 4 febbraio, quando è previsto un concerto eseguito da Enrico Raimondi, il maestro organista non ha saputo resistere alla tentazione e al termine della funzione di sabato pomeriggio ha voluto regalare ai suoi concittadini la possibilità di udire nuovamente, dopo così tanto tempo, la voce del loro organo, suonando qualche nota che tutti i presenti si sono fermati ad ascoltare con gioia e stupore.
«Da parte mia e di tutta la parrocchia – conclude don Alberto – non posso che esprimere il più sincero ringraziamento a tuti coloro che hanno voluto dare il proprio contributo per far sì che il desiderio di tornare a sentire la voce di quest’organo, che fa parte della storia della nostra comunità, potesse diventare realtà».
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