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Busto Arsizio | 18 dicembre 2023, 16:49

Un piccolo cane, un grande dolore: l’amaro addio a Tommy. E l'appello perché chi è in difficoltà possa curare l'amico a quattro zampe

Il cagnolino apparteneva a una persona trovatasi in difficoltà economiche. Impossibile, per lei, pagare le cure. Sara Vega, fondatrice di Casaringhio, che progetta un Pronto soccorso “a donazione”: «Gli interventi in urgenza dovrebbero essere convenzionati. E le assicurazioni dovrebbero coprire di più e meglio»

Tommy, il cagnolino al quale la padrona non ha potuto pagare cure d'urgenza

Tommy, il cagnolino al quale la padrona non ha potuto pagare cure d'urgenza

Tommy era un cagnolino con qualche anno sulle spalle e tanti acciacchi. La sua padrona, S., gli ha voluto bene e ha provato ad aiutarlo fino all’ultimo. Anche cercando il sostegno di Casaringhio, associazione che si occupa di animali, e persone, in difficoltà. A contatti in corso, Tommy se n’è andato, non prima che S., cogliendo lo stato di sofferenza crescente del suo amico, si fosse rivolta a una clinica veterinaria. «Non si è proceduto con un day hospital in emergenza,  – afferma Sara Vega, fondatrice di Casaringhio – perché la proprietaria di Tommy, che si trova ad affrontare un periodo complicato, anche a causa di dolorose vicende familiari, non poteva pagare l’intera cifra necessaria». Partendo da questa esperienza, la presidente del sodalizio condivide alcune riflessioni, lancia un appello e rafforza un proposito personale.

Innanzitutto, pone il tema delle persone che si trovano  in stato di indigenza, magari intervenuto per circostanze improvvise, e che non possono più occuparsi come vorrebbero, e come necessario, dei loro animali d’affezione: «Le cure private per i nostri pets sono onerose. Le assicurazioni sono care e non coprono tutto, capita che non coprano nulla se il cane ha più di dieci anni. Questo deve cambiare, anche perché si tratta di uno dei motivi per cui tanti ospiti dei canili o dei rifugi non trovano una famiglia adottiva».

La presidente si rivolge, poi, ai veterinari. Un appello, il suo, ad andare oltre i protocolli, le regole, le formalità. «Ogni lavoro – sostiene - è una vocazione, il loro più di altri. Si è spinti dalla voglia di salvare, dalla soddisfazione di riuscire a essere eroi anche solo per un attimo». Certo, è difficile che iniziative dei singoli possano risolvere un problema di dimensioni ampie. «Lo so – ammette Sara Vega – se si soccorressero animali in difficoltà gratuitamente, o a condizioni agevolate, per puro slancio, tanti padroni in malafede se ne approfitterebbero. E tutti lavoriamo per avere, in cambio, il giusto. Però ci sono proprietari che davvero vorrebbero aiutare i loro animali e non riescono a farlo. Sapere che sono disposti a dare quello che possono, magari a titolo di acconto, o che sono seguiti da qualche realtà affidabile dovrebbe essere una garanzia da tenere in considerazione».

Alla base: «C’è necessità che le cure di primo soccorso degli animali da compagnia diventino convenzionate, perlomeno per chi non dispone di un certo reddito».

Sul versante personale, e associativo,la fondatrice di Casaringhio promette: «Sto lavorando a un progetto. Un pronto soccorso a donazione: gli animali vengono curati, i padroni che si trovano in difficoltà danno quello che possono. È complicato ma, sono convinta, non impossibile».

Nel frattempo, il pensiero, amaro, torna a Tommy e alla sua padrona. «Da tempo Casaringhio cerca di dare una mano alle persone, oltre che ai quattrozampe. Ci stiamo provando anche con S. Che non poteva fare di più per il suo cane e adesso, oltre a soffrire per la sua perdita, si sente in colpa. Chissà quanti Tommy ci sono Italia… E quante S.»

Stefano Tosi

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