Tutto è partito da una bugia: «Ho mentito sulla mia età, mi avevano chiesto quanti anni avevo: ho risposto sei anziché cinque. Perché io volevo emulare Lady Oscar e D’Artagnan, volevo impugnare una spada e praticare la scherma». Marta Cammilletti, la campionessa mondiale della Pro Patria scherma di Busto Arsizio, lo sapeva già che la scherma sarebbe divenuto l’amore della sua vita, che sarebbe cresciuta con lei, che avrebbe compiuto il percorso più bello e più duro della sua vita, che le avrebbe fornito gli strumenti per far crescere la sua azienda, il suo lavoro. Ed è stato esattamente così.
Marta Cammilletti, 40 anni il 9 aprile, è la numero uno della scherma mondiale, argento a Istanbul in coppa del mondo e l’oro a Ciserano (Bergamo) vincendo la prova di qualifica nazionale. E ora è felice di vedere nelle classifiche nazionali il suo anno di nascita accanto alle ragazze del 2002 e anche più giovani. Ora non vuole mentire sulla sua età: lei ha 40 anni, è ancora una campionessa, innamoratissima del suo amore di sempre – la scherma appunto - ha l’obiettivo di essere l’atleta più forte a livello internazionale, sta preparando la prima prova dei campionati nazionali a Caorle ed è general manager della Pro Patria. Così vorrebbe contagiare anche gli atleti più piccoli coinvolgendoli nella sana spirale del suo amore di sempre.
«E’ da 26 anni che frequento la società della Pro patria scherma – racconta – Mi alleno con i maestri Marco Malvezzi e Giancarlo Toran. Devo tantissimo a questa società, presieduta da Marino Vago. Mi ha fatto crescere. Sono partita allenandomi da piccola alla palestra Gladius di Milano con il mio primo maestro Giulio Molteni. È a lui che ho detto la mia prima bugia, mentendo sull’età». Così anziché solo vedere le lezioni di scherma, la piccola Marta è riuscita a partecipare, impugnando l’agognata spada. A 8 anni, le prime gare, a 9 la prima vittoria ai campionati italiani pulcine, poi altri titoli under 14 e 20 ed ecco l’esordio nella nazionale degli “Azzurrini”.
In contemporanea l’adolescente Marta si iscrive al liceo classico e cambia società. Non passa tanto tempo che arrivano i campionati del mondo a Trapani: Marta ha 19 anni. Per lei si spalancano anche le porte del mondo accademico: frequenta l’università, sceglie Scienze dei beni culturali con la magistrale in Arti, patrimoni e mercati d’arte. È al culmine del successo, scolastico e sportivo. «Entro nel mondo della nazionale assoluti – prosegue – Dopo i mondiali mi chiedono se voglio far parte del “Gruppo sportivo olimpico dell’esercito”. Il che mi garantisce anche uno stipendio. Partecipo alla coppa del mondo con risultati buoni. Avevo quasi 27 anni e mezzo e nel frattempo lavoravo nella formazione come testimonial quando mi arriva una telefonata: rimanere nell’esercito o dare le dimissioni? Una decisione importante, ma decido di dare le dimissioni e restare a lavorare nel settore delle risorse umane. Provo a fare l’atleta lavorando». (VIDEO ESIBIZIONE)
Tempo qualche mese, ecco la notizia più bella della sua vita: Marta aspetta una bimba, Azzurra, solo perché è il suo colore preferito. La bimba nasce il 9 settembre 2012, Marta fonda un brand: “Over the bumps”, “Oltre gli ostacoli”, un pull di professionisti che lavorano nel campo delle risorse umane, per la formazione delle aziende sfruttando lo sport.
Ed ecco che Marta fa della sua passione un lavoro: sì perché lei fa formazione nelle aziende attraverso i valori che ha imparato dallo sport. Un binomio vincente. «Non sapevo se sarei riuscita a fare ancora l’atleta – confessa – Ma le persone attorno a me, mi aiutano molto. A 20 giorni dal parto torno ad allenarmi, a tre mesi vinco la qualificazione nazionale a Chiavari. Da lì ricomincia la mia seconda vita. La bambina cresce, “Over the bumps” assume le forme di una società, mi laureo vicecampionessa italiana assoluta. Mi alleno tutti i giorni, al mattino presto alle 6.30 e alla sera alle 18 dopo il lavoro. Riparte la mia carriera. Arriva il Covid e mi spacco il crociato. È finita, dicevano, ma non mi arrendo. Dopo un anno rientro in gara e a 37 anni vinco la gara di qualifica nazionale ai campionati italiani». Da lì, la terza vita, una vita che non ha età.