«Il nostro primo obiettivo è fare in modo che la classe politica compia un salto di qualità. Ne ha bisogno il Paese, ne ha bisogno la politica stessa. Faremo la nostra parte con la massima concretezza». Con queste parole Marco Reguzzoni, presidente dell’associazione “I Repubblicani”, ha lanciato alla Fondazione Stelline di Milano la “Scuola Quadri” che da gennaio (con le prime lezioni ispirate al pensiero di Gianfranco Miglio) offrirà un’occasione di formazione a tutti coloro che vogliono dedicarsi all’amministrazione pubblica.
Con lui, a dirigere i lavori in una gremitissima sala Manzoni, anche due manager d’eccellenza del panorama nazionale, che saranno anche fra i docenti di riferimento del progetto: Giuseppe Bonomi (con esperienze ai vertici di Sea, Anas, Alitalia e Arexpo) e Carlo Lucchina (per dieci anni direttore generale della Sanità in Regione Lombardia).
Entrambi hanno portato il loro pensiero, mettendo al centro due concetti: l’esigenza forte di aumentare l’impegno nella formazione e la necessità di riprendere a ragionare sul tema del federalismo, valorizzando i sistemi territoriali per correggere i troppi appesantimenti dovuti alla gestione centralista.
Bonomi ha spiegato come «l'aumento delle disuguaglianze è evidente e crea preoccupazione in prospettiva», sostenendo «il bisogno di un sistema fiscale progressivo ma anche di politici che abbiano voglia di studiare». Di fatto «ai giovani non sono offerte le stesse possibilità che avevamo noi».
Queste invece le parole di Lucchina: «Il nostro sistema sanitario soffre, per la mancanza di risorse adeguate o almeno di autonomia di spesa ma anche per un modello che si basa su una legge del 1978. Il tema delle cronicità non è contemplato e il mio timore è che queste situazioni non siano in cima all'agenda politica. A questo va aggiunto la precarietà dei sistemi regionali, sempre alle prese con l'emergenza e senza spazio per le indispensabili autonomie».
Anche Andrea Mascetti, avvocato e presidente di Finlombarda Spa, ha espresso la convinzione che lavorare sulle competenze e tenere presenti le diversità territoriali sia indispensabile, ponendo domande prima di dare risposte.
«Noi siamo di fronte a un mondo che si sta disintegrando e balliamo sul Titanic. Lo stato centrale - ha detto Mascetti - è una macchina incompleta e incapace, che sta facendo disastri». Così la necessità di formazione: «Basta con i politici che sanno solo scrivere dei tennisti e non volano alto».
Ad accompagnare il lancio milanese dei Repubblicani, era presente un grande pubblico, con tanti personaggi di spicco non solo del contesto politico, ma anche professionisti e imprenditori interessanti a una proposta slegata dalle costrizioni partitiche.
Presenti i consiglieri regionali Luca Ferrazzi e Manfredi Palmeri, ma anche politici con un passato di spicco per il territorio milanese: Massimiliano Bastoni, Gianmarco Senna e Pasquale Salvatore, così come il già deputato Paolo Grimoldi. Un saluto anche da Giannantonio Bevilacqua di Alleanza per l'autonomia. Per il mondo imprenditoriale ha parlato Andrea Marchiori di Techbau.
Una presenza ampia e qualificata quale testimonianza di quanto ci sia voglia di maggiore approfondimento delle tematiche centrali per lo sviluppo economico, anche per quanto riguarda il ruolo di «una vera Europa dei popoli – ha spiegato Reguzzoni nel suo discorso – che sappia essere autorevole e trainante, a differenza di quanto è accaduto sino ad oggi».