«Non è tanto il fatto di portare in scena da anni uno spettacolo che parla di violenza contro le donne quanto il sentire ogni volta nella mia carne viva quel dolore e sapere bene che i lividi che a volte mi capita di ritrovarmi addosso sono solo stupidi “lividi di scena” dovuti a una qualche mia distrazione e non sono lividi sul corpo delle donne che quelle botte le prendono per davvero e non per finzione scenica». L’attrice Laura Negretti sa bene che quei lividi sul palcoscenico fanno male a tante donne, che la violenza domestica è all’ordine del giorno e che bisogna dire basta a questa piaga che affligge la società e che miete vittime ogni giorno in Italia. Lo grida anche la tragedia di Giulia Cecchettin in questi tristi giorni.
Lo sa bene tanto che in occasione della giornata contro la violenza alle donne lei e la sua compagnia hanno pensato bene di portare in scena sabato 25 novembre (ore 21) al Manzoni “Barbablù 2.0 – I panni sporchi si lavano in famiglia”, una pièce che racconta la violenza domestica, quella più diffusa e meno visibile perché si consuma tra le pareti di casa e arriva dalle mani di chi dovrebbe amare e accarezzare anziché annientare psicologicamente e moralmente.
Così il cast di “Teatro in mostra” inscena la famosissima favola aggiornata però al XXI secolo, ambientata in una ricca provincia del Nord, evitando alibi come la povertà, dislocazione geografica e ignoranza. «Un mondo all’apparenza di assoluta armonia – spiega Negretti – di fiaba appunto dove dietro alle porte regnano meccanismi implacabili di violenza e sudditanza psicologica. Barbablù 2.0 non è solo la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma anche e soprattutto la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice. Uno spettacolo che inizia con atmosfere molto comedy che lentamente scivolano nel thrilling, per chiudersi poi con un finale sorprendente».
La drammaturgia è firmata da Magdalena Barile, la regia da Eleonora Moro con Laura Negretti e Alessandro Quattro. Scene e piano luci di Armando Vairo, direttore tecnico Donato Rella.