Dall’auditorium dell’università di Liuc di Castellanza, sede questa mattina dell’assemblea annuale di Uneba Varese (associazione di categoria che riunisce le case di riposo), si alza forte la richiesta di aiuto da parte degli operatori del settore a proposito della carenza di infermieri.
La mancanza di personale sanitario, che comprende anche medici e fisioterapisti, è stato uno dei primi argomenti trattati durante la mattinata introdotta e moderata dal presidente Luca Trama. Il problema è stato sottoposto al presidente della commissione regionale Welfare Emanuele Monti. Il quale, da parte sua, ha annunciato che il prossimo 13 novembre arriverà in giunta a Palazzo Lombardia il Piano socio sanitario regionale, l’atteso provvedimento che definisce gli indirizzi per lo sviluppo e la gestione del sistema sociosanitario.
Opi: «A rischio la cura delle persone»
I numeri ribaditi da Aurelio Filippini evidenziano quella che lo stesso presidente di Opi Varese definisce una «situazione di carenza grave» a proposito degli infermieri: «Da un sondaggio fatto sia nelle Rsa che nelle aziende ospedaliere pubbliche – spiega – per arrivare a regime ne mancano almeno 400, 150 dei quali nelle strutture residenziali della provincia. Questo è un dato molto allarmante perché mette a rischio la continuità assistenziale e la cura delle persone».
Pesa, come noto, la concorrenza della Svizzera, che «attira molto personale con una proposta non solo economica ma anche di welfare aziendale valida.
Abbiamo fatto molte proposte alla Regione, anche insieme a Uneba: speriamo che con la legge di bilancio ci siano dei vantaggi che possano aiutare i nostri infermieri a stare bene dove sono».
«Con Opi c’è una bellissima sinergia che ha prodotto anche dei tavoli tecnici e di lavoro per cercare una soluzione a questo problema», conferma Luca Trama, che è anche direttore de La Provvidenza di Busto Arsizio. Il tema è stato portato all’attenzione del consigliere Monti. Si è chiesto, in particolare, intervenire per limitare la “fuga” verso al Svizzera e di allargare il bonus previsto per le figure professionali che operano nelle strutture sanitarie anche a chi lo fa nel socio-sanitario come nelle Rsa.
«L’attenzione di Regione a questa criticità è sempre importante – sottolinea Trama –. Speriamo che le risposte arrivino a breve, perché la situazione è diventata veramente difficile».
Gli altri temi
È stata affrontata anche la questione dell’aumento del costo delle materie prime (in particolare delle derrate alimentari) e della necessità di non riversare gli aumenti sulle rette degli ospiti. Pertanto è stato riproposto il gruppo di acquisto di Uneba Varese che a oggi vede più di trenta strutture associate (quasi tremila posti letti) e che permette con acquisti condivisi importanti risparmi.
Dall’incontro è emerso quanto sia importante lavorare in rete, condividere esperienze, approcci gestionali e difficoltà operative e strategiche, a maggior ragione dopo l’emergenza pandemica che ha colpito in maniera drammatica il settore.
Al tavolo di confronto hanno partecipato anche Franco Massi, presidente Uneba, Ettore Presutto, direttore sociosanitario Ats Insubria, Antonio Sebastiano, direttore Osservatorio settoriale sulle Rsa-Liuc Business School, Luca Degani, presidente Uneba Regione Lombardia, Marco Petrillo, vicario presidente Uneba Regione Lombardia.
Il Piano socio sanitario regionale in giunta
Da parte sua, Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare del Pirellone, ha assicurato che «Regione Lombardia è da sempre al fianco delle nostre Rsa». Annunciando che «il 13 di novembre arriverà in giunta regionale il Piano socio sanitario regionale, un documento importantissimo che delinea il futuro anche delle strutture che hanno a carico i nostri anziani, che svolgono un lavoro essenziale e sulle quali investiremo risorse concrete».
Sugli infermieri, il riconoscimento di un «ruolo fondamentale di complementarietà in un approccio multidisciplinare alla presa in carico dei nostri pazienti più anziani, guardando alla Lombardia di domani che passerà sui grandi anziani ultra-ottantacinquenni dal 3,2 per cento al 7,8 per centro della popolazione».