Una scuola ad Haiti con studenti e docenti bloccati tre giorni per uno scontro armato fuori, scuola dove vanno alcuni ragazzi della Kay, per fortuna riusciti a scappare. Ma anche la stessa casa portata avanti grazie alla dedizione e alla fede di suor Marcella Catozza e di coloro che la sostengono, ha rischiato. Rischia, ogni giorno.
Haiti, il Paese dilaniato dalla violenza di cui non importa a nessuno: Fra gennaio e settembre almeno 900 persone sono state rapite e 1.564 assassinate, secondo il Centro per l'analisi e la ricerca sui diritti umani.
Un Paese in fiamme, in cui c'è un unico fatto sorprendente - sottolinea nei rapporti la Fondazione Via Lattea con la missionaria bustocca, ed è nella gente, «la capacità di non soccombere mai davanti alla tragedie della vita: terremoti, alluvioni, epidemie ed ora anche una violenta guerriglia urbana che ha messo, ormai da mesi, il paese a ferro e fuoco ed in particolare la capitale Port au Prince».
«Interi quartieri vengono assaltati, depredati delle povere cose che la gente ha, uomini uccisi, donne e bambine violentate, bambini rapiti per farne i nuovi soldati e poi tutto alle fiamme - si sottolinea - In pochi mesi si parla già di circa 200.000 profughi interni, una massa di gente che si sposta cercando riparo di giorno in giorno: lo stadio, una chiesa, una scuola».
Ha pagato un duro prezzo anche la Kay. Suor Marcella si è dovuta allontanare con dolore per cercare di frenare i ricatti e proteggere i bambini. LEGGI QUI
Ma la minaccia è continua. Uno scontro armato vicino alla casa ha visto tutti correre per evitare i colpi perduti che cadevano dentro. Tutti salvi, ma il pericolo incombe sempre.