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Busto Arsizio | 17 ottobre 2023, 15:00

La senologia tra scienza medica e arte figurativa

Se ne parla mercoledì 18 ottobre al museo del Tessile all’Università cittadina per la cultura popolare. Relatore, Francesco D’Errico: «La senologia vista come arte figurativa è l’evoluzione dell’immagine della donna nel suo aspetto fisico e nel suo ruolo sociale compatibilmente con il periodo storico, la capacità e la volontà dell’artista»

La senologia tra scienza medica e arte figurativa

La senologia come scienza medica nasce dalla storia della medicina: i primi riscontri compaiono nel papiro di Edin Smith risalente al 1300 a.C. riportante le tavole di anatomia e chirurgia della mammella.

Così esordisce Francesco D’Errico nell’intervento che terrà mercoledì 18 ottobre alle 15.30 al museo del Tessile di Busto, nell’ambito del cartellone dell’università cittadina per la cultura popolare. «In epoche successive - spiega - illustri personaggi della civiltà greca, romana e islamica pubblicano numerose opere sulla mitologia, astrologia, filosofia quali cause di insorgenza di malattia al seno; parliamo di Ippocrate, Esculapio, Galeno, fino a Vesalio e alle personalità del Rinascimento con una carrellata di immagini e commenti storici fino alla senologia attuale».

La senologia vista come arte figurativa è in pratica l’evoluzione dell’immagine della donna nel suo aspetto fisico e nel suo ruolo sociale compatibilmente con il periodo storico, la capacità e la volontà dell’artista. «Le immagini scorrono dal Medioevo al Cristianesimo - prosegue - che ripropone i simboli perduti della fertilità, della maternità. Nelle chiese rurali tra il 1300 ed il 1500 compaiono i dipinti della Madonna del latte di Lippi, Leonardo, per sottolineare la vicinanza della Madonna ai fedeli nell’atto più intimo. L’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo nella seconda metà del ‘500 pone l’accento sulla nudità come atto di irriverenza verso la Madonna, che compare vestita in abiti fastosi e celestiali nelle opere di Botticelli, Beato Angelico, Raffaello».

E conclude: «Il ‘700 è il secolo della emancipazione della donna che da sottomessa casalinga diventa protagonista nei salotti letterari con il ‘cicisbeo’; i dipinti riprendono le bellezze della mitologia greca e gli abiti audaci sono simbolo di sfarzo e ricchezza sociale. Nell’epoca contemporanea la donna, attraverso le immagini dell’arte fotografica, la vita sociale e di relazione, diventa il simbolo di sicurezza, di indipendenza e di combattività».

L. Vig.

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