L'architettura che ha aiutato l'umanità, le relazioni: a Sant'Anna, oggi, si vede ancora l'impronta sociale del disegno di Richino Castiglioni. Anche se gli abitanti cambiano, come le provenienze dell'immigrazione, anche se il contesto lavorativo è diverso e i tempi porgono nuove difficoltà, il villaggio c'è. E può esserci, ancora: è l'eredità di Richino - come ha detto il consigliere comunale Santo Cascio, nel video del Fai del Seprio che raccoglie testimonianze della gente - che dovrebbe essere messa a frutto per il futuro, in questo rione di Busto Arsizio.
È stata una scommessa, questo puntare sull'architettura e sul brutalismo, ha riconosciuto il vice capo delegazione Fai del Seprio Marco Clerici, ma è stata vinta: «Una delle prime aperture dove lo sguardo non è tanto o solo artistico-culturale, ma prende a pieno la comunità. La socialità... e abbiamo visto come l'architettura si è inserita in questo contesto sociale». Oltre alle ricerche storiche, un gioiello è rappresentato dal video con gli abitanti che hanno voluto testimoniare radici, vita, sviluppo del villaggio. Con che entusiasmo, hanno aderito.
Ci si siede, in un locale del teatro Sant'Anna e si rivivono episodi drammatici come la chiesa in fiamme e don Carlo che cerca di salvare il tabernacolo, ma anche e soprattutto la vita quotidiana. Quella che in qualche misura si è preservata.
Se nei nostri condomini oggi non si conosce talvolta il dirimpettaio, qui «si saluta anche chi abita a tre palazzi di distanza», afferma Clerici. Difficile pensare a quei drammi della solitudine che affiorano nelle cronache frequentemente, persone cioè morte e rimaste dimenticate tra le pareti domestiche, ha fatto notare Santo Cascio: «Un'umanità di relazioni di cui avremmo bisogno tutti. Gli amici si ritrovano 50 anni dopo, anche se non abitano più qui».
C'è una forza silenziosa che tiene o riconduce a Sant'Anna e dentro c'è anche la potenza intuitiva di Richino Castiglioni.
In quei "cerchi" è facile perdersi per chi viene da fuori, ma c'è un ulteriore tema: quanto poco conoscono realmente il villaggio i bustocchi di altre zone. Ecco perché si sono presentate incuriosite diverse persone, come Paola Secondin e suo marito Marco Greco. Con una doppia lezione: mai dare per scontato nulla ed essere pronti a ricredersi dopo errate condizioni.
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