Il termometro dei mormorii si è alzato già lunedì con la Coppa Bernocchi. Qualcuno si è accorto del passaggio, altri meno, ma la sola vista dei cartelli di divieto di sosta faceva alzare più di un sopracciglio.
Non si possono organizzare manifestazioni così di lunedì, quando la gente lavora.
Il giorno dopo, il bis era garantito e amplificato con una gara all'ennesima potenza come la Tre Valli Varesine. Dove ennesima potenza sta per sforzi organizzativi, partecipazione di atlete e atleti, ma anche esposizione mediatica con Busto Arsizio che entrava con forza sulla scena mediatica. Un evento non proprio frequente, tant'è che al sorvolare dell'elicottero sui social per un attimo ha vinto su tutti il classico.
Che cosa succede in città
Ma una volta appurato che nessun disastro si era verificato, ha ripreso quota il messaggio delle contestazioni.
Non si possono organizzare manifestazioni così di martedì, quando la gente lavora.
Chi non era informato e si è trovato le limitazioni del traffico di colpo, si è indignato. Non dubitiamo che alcuni possano avere vissuto disagi reali, anche problemi legati a emergenze, nonostante la diffusa - e cortese, come ribadito da tante segnalazioni che meritano uguale citazione - presenza di operatori nei punti chiave. Per il resto, seguendo le istruzioni la situazione non si profilava insostenibile. D'altro canto, se ci ha colpito la rabbia, l'insofferenza di chi ce l'aveva con le limitazioni al traffico per una mattina, non ci ha lasciato indifferenti talvolta il modo di reagire di chi invece difendeva la gara e se la prendeva con i detrattori mostrando uguale o superiore veemenza.
Sembra quasi il mondo di Barbie capovolto, altro che reale, visto che là quotidianamente,«è il giorno più bello di tutti. Come lo era ieri, lo sarà domani e ogni giorno da oggi e per sempre».
La prova del nove non è la facile irritazione alla Settimana della mobilità europea o al minimo cambiamento in un quadro viabilistico. No, la triste conferma l'abbiamo avuta domenica scorsa al passaggio innocuo e contenuto nel tempo e nei modi per la gara podistica dei ragazzini.
Ci siamo fermati a osservare i bambini, mentre attraversavano sul passaggio pedonale sotto la supervisione degli addetti alla sicurezza. Un automobilista si è fermato, quello dietro ha inchiodato: aveva i finestrini abbassati e tra gli insulti che non riportiamo, abbiamo sentito volare questo concetto.
Non si possono organizzare manifestazioni così di domenica.
Ogni maledetto martedì... ogni maledetta domenica. È un dramma che la settimana abbia solo sette giorni: forse un legislatore in futuro potrebbe inventarne un ottavo, quello in cui non si arreca fastidio a nessuno se si va a toccare - e la viabilità è un fattore concreto, ma in fondo anche così metaforico - la routine.
Sì, l'indignazione sembra lo sport destinato a battere tutti, in ogni circostanza e se i social sono il suo serbatoio ideale, purtroppo la realtà ci ha mostrato anche tragiche declinazioni.
Però, non può finire così. Perché lo sport è uno dei pochi mondi che ci insegna a tenere duro, qui spesso con infiniti sacrifici ma è il migliore che vince.
E dopo questo weekend "anticipato" di indignazione in forme ed entità diversa, ci piace scegliere il vincitore, anzi i vincitori, proprio la scorsa domenica.
Sicuramente, quegli automobilisti silenziosi davanti all'alt, e sono la stramaggioranza, ma dovendo assegnare un premio solo, lo diamo a quella signora in auto che si è fermata ben prima dell'indicazione dell'addetto ed è rimasta a osservare sorridente il passaggio dei bambini, quasi dispiaciuta nel ripartire.
Che sì, erano uno spettacolo. Come gli atleti della Bernocchi, della Tre Valli e di ogni manifestazione sportiva possibile: vogliamo parlare della vita dura dei maratoneti in città (per non scomodare i lavori stradali).
Forse, ha ragione Barbie: ogni giorno è il giorno più bello di tutti. Basta sapersi fermare un attimo, osservare uno spettacolo - perché tutto lo può essere - e magari ascoltare quello che afferma l'altro non come fosse un nemico a prescindere: potremmo persino scoprire che stiamo dicendo la stessa cosa oppure potremmo deliziosamente e pacificamente non essere d'accordo.