Come ogni anno - a partire dal 2014 - la sede di Busto Arsizio dell’Università degli Studi dell’Insubria ha organizzato esperienze scientifiche aperte al pubblico nell’ambito dell’iniziativa europea “Notte dei ricercatori”, che quest’anno ha il tema “Be ready for the future” (“Essere pronti per il futuro”).
Dopo l’evento di ieri, “Molecole in cucina”, ai Molini Marzoli, oggi - sabato 30 settembre - è stata la piazza Santa Maria ad essere allestita come un laboratorio scientifico, grazie a docenti, ricercatori, dottorandi e studenti.
Coordinate dalle professoresse Marzia Gariboldi ed Emanuela Marras, ad organizzare l’evento sono state le dottoresse Tiziana Rubino, Isabella Barbiero, Marta Ludi, Charlotte Kilstrup-Nielsen, Marina Gabaglio, Ether Bondi, Serena Baldin e le studentesse Veronica Magi, Nicole Ferrario, Sara Zaffarana.
Hanno pensato a tanti esperimenti per incuriosire i bambini, ma anche gli adulti ne sono rimasti affascinati, e molti sono stati i curiosi che si sono avvicinati per osservare processi che sembrano magici. La scienza può davvero stupire, anche con esperienze molto semplici svolte con sostanze di uso comune che maneggiamo tutti i giorni, ma che - se combinate nel modo corretto - possono davvero lasciare a bocca aperta.
È l’esempio della banana: dopo averla schiacciata per separare le cellule, è stata aggiunta una soluzione di estrazione che si può riprodurre a casa con sale da cucina e detersivo per piatti. Dopo aver lasciato il preparato nella centrifuga per un minuto, è stato messo nella provetta anche dell’alcol, e l’esperimento è riuscito: l’estrazione del Dna, una delle molecole più affascinati degli organismi, che trasmette l’informazione genetica.
Anche il cavolo rosso si presta bene ad essere utilizzato negli esperimenti: dopo averne fatto un estratto (di colore viola), lo si può usare per determinare il pH di una sostanza che viene aggiunta. Per esempio, si può vedere che mettendo nella provetta il succo di limone o l’acido cloridrico, che sono acidi, la soluzione vira verso il rosso, mentre con sostanze basiche (come l’ammoniaca) prende un colore blu.
E ancora, i presenti hanno potuto vedere come l’ossigeno è in grado di far cambiare il colore delle sostanze secondo il processo di ossido-riduzione e osservare al microscopio ottico i microrganismi - come protozoi, rotiferi e vorticelle - che si possono trovare, per esempio, in un sottovaso o in una pozzanghera.
I più piccoli hanno potuto portare a casa dei ricordi del pomeriggio: saponette casalinghe confezionate da loro - con l’aiuto delle ricercatrici - a partire da glicerina, colorante e aroma a piacimento, ma anche fiori di carta tinti sfruttando il fenomeno della diffusione e disegni fatti con “inchiostro invisibile”, che è stato successivamente colorato sfruttando la curcumina, una sostanza presente nella curcuma.
Sono stati svolti anche esperimenti di cucina molecolare, giochi di illusione ottica e, per evidenziare il tema della “Notte dei ricercatori” 2023, è stato esposto un modello di città ecosostenibile - realizzato dagli studenti dell’Università - con elementi come centrali idroelettriche, pale eoliche, pennelli fotovoltaici.